SPECIALE CARLO MAZZACURATI
L’estetista, la sedia e il tatuatore…
L’ottimismo ai tempi della crisi è merce rara, rarissima. Meno rare sono invece sventure di altro tipo, come ad esempio la difficoltà di far andare avanti un’attività i cui introiti sono in forte flessione, e tutto ciò che ne consegue.
Bene lo sanno Bruna (Isabella Ragonese) e Dino (Valerio Mastandrea) quotidianamente appesi a un filo: l’una impossibilitata a pagare i macchinari del suo centro estetico, e regolarmente sul punto di chiudere, e l’altro costretto a vivere nel suo studio per andare avanti – “casa e bottega”, come dice lui. In un Nordest paludoso e scosceso, un tempo florido, ora stremato e incapace di ripartire, con occhio ironico e ingenuo assieme, Mazzacurati ambienta la sua ultima fiaba, leggera e fiduciosa, sull’Italia di oggi. In un paesaggio umano nebbioso e ambiguo, il regista di Padova colloca Bruna e Dino, due perdenti che cercano riscatto, stretti nelle sabbie mobili della solitudine. Per caso li fa incontrare, conoscere, capire, alleare. Inizialmente abbagliati – come tutti in questi tempi – dal dio denaro, alla ricerca della sedia con l’elefante e del suo bottino, tra una peripezia e l’altra, Bruna e Dino – bravissimi Ragonese e Mastandrea, sempre fresca e come per la prima volta sullo schermo lei, goffo signore d’altri tempi, dolce e premuroso lui – troveranno infine la ricchezza più grande. Inaspettatamente. Non prima però di aver sfiorato, lungo il loro cammino, un’umanità colorata e bizzarra, surreale ma vera. A cominciare dal cappellano del carcere, padre Weiner (Giuseppe Battiston), afflitto dal vizio del videopoker, passando per il fornitore-strozzino Natalino Balasso, o il pescivendolo – con la fissa delle sedie – Roberto Citran. Ma non è finita qui: sulla scena sfilano il mago Raul Cremona, il fioraio indiano Marco Mazzocca, la signorina-veggente Milena Vukotic, senza dimenticare le stravaganti partecipazioni di Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando e Antonio Albanese. Veri e propri mondi in miniatura, storie dentro la storia, ultimi sprazzi di un’umanità in via di estinzione che Mazzacurati racconta in una manciata di parole e di sequenze, con sguardo sottile, a tratti aspro ma sempre comprensivo, sperando, tra le montagne e il cielo terso di un orizzonte a stento decifrabile, che grazie a Bruna e Dino, la razza umana possa nonostante tutto continuare.
La sedia della felicità [Italia 2014] REGIA Carlo Mazzacurati.
CAST Isabella Ragonese, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Katia Ricciarelli, Roberto Citran.
SCENEGGIATURA Carlo Mazzacurati, Doriana Leondeff, Marco Pettenello. FOTOGRAFIA Luca Bigazzi. MUSICHE Mark Orton.
Commedia, durata 90 minuti.