Una storia sbagliata
Nel giorno del suo centesimo compleanno, Allan Karlsson evade letteralmente dalla casa di riposo dove è stato confinato per dirigersi ovunque il destino lo porti. Arrivato alla prima stazione degli autobus entrerà in possesso di una valigetta misteriosa di proprietà di un giovane membro della banda dei “Never again”. Una volta scoperto il contenuto, il suo viaggio si trasformerà nell’ennesima avventura di una vita passata a braccetto con la Storia.
Tratto dall’omonimo libro di Jonas Jonasson, il più venduto in Svezia nel 2009, il film di Felix Herngren si muove a metà fra la black comedy inglese, il Bildungsroman tedesco e la grande narrazione americana, per raccontare la vita straordinaria di un dinamitardo qualunque. Allan, fin da giovane orfano di padre e poi di madre, scopre ben presto che la sua vera vocazione sono le esplosioni e questo suo talento lo porterà ad attraversare guerre, calde o fredde e rivoluzioni, finendo in un certo qual modo per riscrivere o almeno rivedere la Storia così come la conosciamo. Detta così sembrerebbe la versione svedese di Forrest Gump, e il pericolo che un’operazione del genere avesse come deriva un mero re-take del più celebre film di Zemeckis si presenta fin dalle prime battute. Ma poi qualcosa cambia. Allan, così come Forrest, è ingenuo al punto giusto per non rendersi conto a pieno della Storia che lo sovrasta e di cui lui è involontario protagonista ma, al contrario del collega americano, si trova sempre dalla parte “sbagliata” del corso degli eventi. La sua presenza a fianco di Stalin, piuttosto che Franco o del dottor Oppenheimer nel progetto Manhattan per il pubblico è molto meno rassicurante rispetto al Vietnam, al ping pong e alla corse attraverso l’America, ma è fondamentale per impostare una narrazione costantemente in bilico fra scherzo e tragedia che non cade mai nel prevedibile melodramma del ricordo lacrimoso legato ai rimorsi della vecchiaia. Funziona a metà il cortocircuito creato da Jonasson e filmato da Herngren, perché per quanto ironiche possano essere le intrusioni di Allan nella Storia ci risulta difficile simpatizzare a pieno per dittatori, illuminati creatori di morte e, da ultimo, anche con lo stesso protagonista, a sua volta candido e ingenuo assassino. Il tutto regge solo grazie al gioco dell’assurdo che ci solleva da ogni responsabilità morale, offrendoci gustose risate a denti stretti e un’ottima analisi dei personaggi: su tutti il poliziotto tonto, vera perla di sceneggiatura.
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve [Hundraåringen som klev ut genom fönstret och försvann, Svezia 2013] REGIA Felix Herngren.
CAST Robert Gustafsson, Iwar Wiklander, David Wiberg, Mia Skaringer, Jens Hultén.
SCENEGGIATURA Hans Hingemansson, Felix Herngren (tratta dall’omonimo romanzo di Jonas Jonasson). FOTOGRAFIA Göran Hallberg. MUSICHE Max Knoth.
Commedia, durata 105 minuti.