26 APRILE – OMAGGIO A DOUGLAS SIRK
Un lusso “lontano dal paradiso”
Amato da Fassbinder e omaggiato da Haynes, Douglas Sirk è un autore conosciuto soprattutto per i suoi melodrammi anni ’50, in cui svelava con grande pathos le frustrazioni e le ipocrisie della borghesia statunitense attraverso una regia che sfruttava in maniera simbolica ed espressiva diversi elementi filmici e scenografici.
Come le foglie al vento è una delle sue opere più celebri e risulta indubbiamente uno degli esempi maggiormente significativi della sua filmografia. La pellicola ha quattro protagonisti, tra cui due rampolli di una ricca famiglia texana di petrolieri: Kyle e Maylee. Il primo ha seri problemi di depressione e di alcolismo che sta cercando di superare insieme alla moglie Lucy, mentre la seconda è una donna sola e possessiva, follemente innamorata di Mitch, il migliore amico del fratello e importante impiegato dell’azienda. Quest’ultimo si è pero infatuato di Lucy. Sirk racconta tutto ciò con una regia molto personale e riconoscibile, che utilizza pienamente i diversi elementi a sua disposizione. Per esempio, la fotografia in Technicolor esprime spesso il clima psicologico e morale dei protagonisti, mentre l’ampio uso di specchi, scale e altri oggetti di scena esalta la complessità dei rapporti tra i personaggi. Anche le ambientazioni assumono un ruolo rilevante, si pensi soprattutto agli impianti petroliferi che fanno da sfondo alla periferia cittadina. Questi ultimi non sono solo il segno della grandezza dell’impero economico della famiglia, ma trasmettono un clima triste e deprimente interpretabile anche in chiave psicologica e morale: infatti, tale malinconia può rappresentare i tormenti degli eroi e le situazioni talvolta sordide in cui sono coinvolti. Tuttavia, quasi tutti i momenti più drammatici e i dialoghi più feroci si svolgono nell’enorme e magniloquente abitazione degli imprenditori: luogo dove benessere economico e problemi psicologici convivono senza sosta. Il cineasta si addentra così nelle famiglie altolocate per svelare i segreti e le frustrazioni che si celano dietro la patina perbenista dell’american way of life. E per mostrare quello che normalmente viene nascosto crea un climax melodrammatico adottando uno stile spesso eccessivo e barocco, in cui alcune interpretazioni sono volutamente sopra le righe, in primis quelle di Malone e Stack. Il regista realizza così un film dal forte pathos che svela i problemi interiori e morali dell’alta borghesia statunitense con uno sguardo empatico ma, al di là delle apparenze, abbastanza critico.
Come le foglie al vento [Written on the Wind, USA 1956] REGIA Douglas Sirk.
CAST Rock Hudson, Lauren Bacall, Robert Stack, Dorothy Malone, Robert Keith.
SCENEGGIATURA George Zuckerman. FOTOGRAFIA Russell Metty. MUSICHE Frank Skinner.
Drammatico, durata 99 minuti.