Pensa Kodai, pensa!
In principio fu Star Blazers, contemporaneamente manga e anime datato 1974 ideato da Leiji Matsumoto, tre stagioni televisive, condensato nel film d’animazione Corazzata spaziale Yamato (1977), accomodato negli anni successivi in numerosi sequel/prequel cinematografici; arriva il 2010 e Takashi Yamazaki lo fa evolvere a live action, il primo nella storia di questo franchise.
È il 2199, da cinque lunghi anni i Gamilas attaccano la Terra, ormai ridotta a una radioattiva landa desolata: l’unica risorsa è la corazzata Yamato, chiamata insieme al suo equipaggio a combattere la minaccia aliena e scovare il pianeta Iskandar, trovando così il modo per salvare quel che resta dall’umanità. Anche se digiuni dal glorioso passato di tale avventura galattica, l’aspettativa generale è quella di trovarsi di fronte a un combattimento continuo, mirabolanti scontri tra navi fluttuanti ed esplosioni a più non posso. Tutto questo è presente, Space Battleship Yamato è un perenne conflitto, ma asciugando il film da interminabili riflessioni su quale comando dare, un amore che nasce piatto e rimane tale, la lunga preparazione della nave per affrontare un attacco, la carne al fuoco è ben poca. Un progetto nato per essere qualcosa di grandioso, nomi importanti nel cast, una grande storia da cui partire, una CGI fantastica che rende molto bene le manovre spaziali e le galassie sconfinate. Ma è solo al reparto della computer grafica che bisogna rendere merito, purtroppo relegato a un quinto dell’intero film. Quattro quinti abbondanti invece sono occupati dal faccione e dalla chioma fluente di Takuya Kimura, il protagonista praticamente sempre in scena, incapace di rendere credibile qualsiasi sua azione, per non parlare della cacofonia di sentimenti che “dovrebbe” popolare il suo cuore, raggiungendo il top nel momento in cui si asciuga una, l’unica, lacrima inesistente con fare esageratamente melodrammatico. Non contiamo poi i venti minuti finali, terribili sia per sceneggiatura che per recitazione. Praticamente gli stessi pregi e gli stessi difetti riscontrati su Capitan Harlock. La storia della Yamato viene recuperata e ricostruita senza troppa cura, lasciando solo trasparire quel senso di speranza, onore e tenacia che rimanda alla Storia vera e propria, raccolta con devozione dall’opera di Leiji Matsumoto. Takashi Yamazaki ci prova a renderle giustizia, lasciando intendere i nobili sentimenti che animano i suoi personaggi, combattuti tra dovere, sacrificio e deboli promesse. Cosa rimane dunque allo spettatore, ancora in attesa del decollo? Un’avventura, precisamente il ricordo di quella passata, una colonna sonora appassionante e un dolcissimo gatto rosso che sopravvive incolume alle peripezie della maestosa corazzata Yamato.
Space Battleship Yamato [id., Giappone 2010] REGIA Takashi Yamazaki.
CAST Takuya Kimura, Meisa Kuroki, Toshirô Yanagiba, Naoto Ogata, Hiroyuki Ikeuchi.
SCENEGGIATURA Shimako Sato (tratto dall’omonimo manga di Leiji Matsumoto). FOTOGRAFIA Kôzô Shibasaki. MUSICHE Naoki Sato.
Azione/Avventura, durata 131 minuti.