FilmForum 2014 – XXI International Film Studies Conference, 2-11 aprile 2014, Udine/Gorizia
Niente è mai immobile
Le parole si sprecano sull’importanza globale della rete web, sulla sua continua evoluzione, sulle possibilità affidate a chi vuol entrare a far parte di questo mercato dinamico e sperimentale. Annoverati nell’albo dei coraggiosi esploratori di tali mondi paralleli troviamo gli autori delle web series made in Italy.
Ospitati all’interno del FilmForum 2014, mattatori indiscussi della tavola rotonda “Incontri con il cinema italiano contemporaneo. Scrivere per i nuovi media: le web series”, hanno la possibilità di raccontare cosa significhi costruire in toto storie pensate per essere fruite in rete. I primi a prendere la parola sono Andrea Galatà e Chiara De Caroli, creatori di The Ushers: A Dark Tale of a Bright Night, web serie di genere che investiga su strani suicidi e risveglia oscuri poteri. Un progetto su ampia scala, una produzione internazionale, “Miglior Sceneggiatura” al Los Angeles Web Fest, ha una struttura orizzontale retta grazie ad una sceneggiatura pregressa ma di continuo rivisitata e coordinata all’immagine. Scrivere per il web è sinonimo di mobilità, un lavoro in divenire fino alla sua effettiva pubblicazione. Lo ribadisce anche Luca Vecchi, parlando della sua The Pills: piccoli sketch, pillole irriverenti, pungenti, ironiche ma quanto mai aderenti al nostro essere persi in una frenetica quotidianità. Scrivere questi episodi comprende le tre teste, le tre comicità di Luigi Di Capua, Matteo Corradini e dello stesso Vecchi; tradurre poi le parole in immagini comporta un’ulteriore trasformazione, da inserire tra il bianco e nero del vero presente e il colore di meditazioni un po’ meno realistiche. E se si volesse rischiare con qualcosa di ancora più complesso? Dylan Dog vittima degli eventi è la risposta. Luca Vecchi sceneggiatore e Carlo di Biagio alla regia si scontrano col fandom dell’indagatore dell’incubo, partendo dal fumetto, facendolo traslocare da Londra a Roma, dalla carta alla rete. Ma l’industria televisiva (italiana) è in grado di percepire il fenomeno delle web series? Almeno sa cos’ha tra le mani? No. Lo spiega Nicola Lusardi, autore, studioso delle forme e della struttura della nuova serialità: il web non è la televisione, i suoi prodotti sono diversi e irriducibili rispetto a ciò che passa sul piccolo schermo. Lo sottolineano Simone Laudiero e Pier Mauro Tamburini, due dei quattro membri de La Buoncostume, autori nati per e nell’industria televisiva, alle dipendenze di Magnolia. Nel mondo delle web series anche la loro La deriva del panda attraversa un tempo e uno spazio che vanno al di là del media, un’esperienza narrativa che racconta, fa sorridere, interagisce col suo pubblico, la trasmissione multidirezionale compresa ma ancora non accettata. Sottovalutare un fenomeno non è mai una scelta saggia: non pensare il web per il web ma considerarlo parte secondaria alla normale produzione seriale ormai assimilata è evitare di sondare il presente, il futuro.