FilmForum 2014 – XXI International Film Studies Conference, 2-11 aprile 2014, Udine/Gorizia
Lust for Life
Nel 1634, nella cittadina protestante di Loudon, c’è un prete bello, carismatico e dedito alla lussuria. Trattasi di padre Urban Grandier, uomo che ama se stesso prima del prossimo suo, ma che non per questo si sente lontano da Dio e dai suoi dettami.
Grandier sfoga il suo appetito sessuale con molte delle sue penitenti: Philippe, dalla quale ha un figlio; Madeleine, che sposa in segreto e che ama per la sua purezza; Jeanne degli Angeli, suora orsolina entrata in monastero senza la minima vocazione, che nutre una vera ossessione per il fascinoso prelato. La fama di I diavoli – girato nel 1971, ben due anni prima di L’esorcista – precede i suoi reali meriti “cinematografici”. La nomea di film maledetto arriva dritta dalla partecipazione alla Mostra di Venezia 1971, quando l’allora presidente Gian Luigi Rondi rischiò il linciaggio per mano del Centro Cattolico Cinematografico. Ne seguì un licenziamento eccellente, quello del critico del giornale cattolico Avvenire Giovanni Raboni – reo di aver recensito positivamente la pellicola – e svariati processi per oscenità. Da quel calvario l’opera di Ken Russell è sì riemersa assurgendo al titolo di cult istantaneo, ma a scatola chiusa, sospendendo cioè il giudizio al mero – per dirla con Morandini – “strepitoso e ripugnante luna park fantastorico di sesso, orrori e violenze” e soffermandosi sulla superficie estetica delle cose. The Devils è un ritratto delirante delle distorsioni della religione, della politica e dell’amore, che pur essendo tratto da una vicenda realmente accaduta (oltre che dal dramma teatrale di John Whiting, a sua volta ispirato a I diavoli di Loudon di Aldous Huxley) relega allo sfondo l’aspetto storico affidandosi in toto alla potenza sovversiva di Russell e ad una totale mancanza di pudore iconoclasta che non risparmia nessuno: dalla dissolutezza del debosciato re Luigi XIII al sordido arrivismo del cardinale Richelieu, fino alla rappresentazione di un’esorcista hippie-hipster munito di occhialoni beat. La furia anarchica del regista esplode nel nodo gordiano della caccia a Grandier, di cui Richelieu si vuole sbarazzare al punto da estorcere una confessione all’invaghita suora Jeanne. Da quel momento per ignorare il taglio politico dell’opera bisogna davvero viaggiare col paraocchi: il climax dell’atmosfera caotica e orgiastica – inserito in una straordinaria scenografia espressionista ispirata a Metropolis – urla contro la putrida connivenza fra Stato e Chiesa e contro l’intolleranza ideologica come strumento di prevaricazione. Il sesso a questo punto non è che lo sfogo di una repressione, la valvola di scarico degli attriti socio-culturali che a sua volta porta alla regressione, alla libertà degli istinti. E nell’allucinata esperienza immersiva di Ken Russell – casomai servisse sottolinearlo – non c’è salvezza per nessuno, perché il concetto stesso di salvezza cessa di avere significato.
I diavoli [The Devils, Gran Bretagna 1971] REGIA Ken Russell.
CAST Vanessa Redgrave, Oliver Reed, Gemma Jones, Murray Melvin, Brian Murphy.
SCENEGGIATURA Ken Russell, John Whiting (ispirata al romanzo I diavoli di Loudun di Aldous Huxley). FOTOGRAFIA David Watkin. MUSICHE Peter Maxwell Davies.
Horror/Drammatico, durata 111 minuti.