Torino
Davide Ferrario ha spesso cercato strade poco percorse dal nostro cinema contemporaneo, sperimentando generi e toni diversi, mantenendo comunque sempre un forte attaccamento con la realtà sociale, in particolare con le condizioni giovanili, e pur dovendo fare di necessità virtù dei mezzi e fondi produttivi.
Anche se in una filmografia altalenante, il regista lombardo d’origine e torinese d’adozione ha realizzato opere interessanti e più di un piccolo cult: si pensi alla commedia sul disagio di certa gioventù Tutti giù per terra, al poetico ed ironico omaggio al cinema e a Torino Dopo mezzanotte e al musical carcerario Tutta colpa di Giuda, ma anche alla quasi mai ricordata amara commedia di viaggio I figli di Annibale. Escluso quest’ultimo, notiamo come tutti questi film siano ambientati a Torino, che mai appare come semplice e banale sfondo, mai dà l’impressione di essere un’ambientazione come un’altra: nei film di Ferrario Torino è un luogo dell’anima, non solo nel senso che è palese l’affetto che il regista prova per la città d’adozione, ma soprattutto perché diventa specchio delle aspettative, dei sogni, dei tormenti e delle felicità dei protagonisti. Nei film di Ferrario Torino è un personaggio, un po’ – immaginiamo – come fosse il migliore amico dei protagonisti, colui che li accompagna nelle scelte, li spinge a rischiare, li consola, riesce a renderli a tratti felici, in uno dei più lampanti (almeno nel cinema italiano) esempi di come un certo ambiente nel cinema possa andare ben oltre l’essere semplice sfondo. Questo ritorna, evidente fin dal titolo, in La luna su Torino, ultima sua fatica: protagonisti tre giovani variamente insoddisfatti e irrealizzati, tutti in attesa di un qualcosa che dia un’accelerata alle loro vite, che vivono insieme nella villa del più ricco dei tre, un quasi quarantenne che non sa cosa sia il lavoro avendo sempre campato di rendita.
Il film offre un ritratto partecipato ed ironico, affettuoso ma non eccessivamente compiacente dei tre giovani protagonisti, delle loro delusioni e delle loro aspettative: sul modello di Dopo mezzanotte Ferrario ha cercato di ricreare un’altra favola “realista” (più di un critico ha già parlato di realismo magico), minimalista e fantasiosa allo stesso tempo. Questa volta però la base di partenza è troppo lieve perché il gioco funzioni a lungo: lo stile fantasioso e tutt’altro che invisibile – dal montaggio alla fotografia, dalle posizioni della mdp alla colonna sonora – cerca di superare la lievità e il minimalismo di fondo, riuscendoci solo in parte, e non abbastanza da non far pensare al pur gradevole La luna su Torino come un film minore di Ferrario, per il quale forse sarebbe convenuto lavorare un pochettino di più in fase di scrittura.
La luna su Torino [Italia 2014] REGIA Davide Ferrario.
CAST Walter Leonardi, Manuela Parodi, Eugenio Franceschini, Aldo Ottobrino, Franco Maino.
SCENEGGIATURA Davide Ferrario. FOTOGRAFIA Dante Cecchin. MUSICHE Fabio Barovero.
Commedia/Drammatico, durata 90 minuti.