A PROPOSITO DI LINDA LOVELACE…
“Pensavo fosse solo uno dei peggiori film porno della Storia”
Gola profonda: un grottesco accostamento terminologico che viene rievocato ancora a quasi mezzo secolo di distanza e che soprattutto ha dato vita ad un vero e proprio genere cinematografico, per la prima volta anche narrativo, lanciato come porno-chic.
È proprio su questa scia di riflessioni che si focalizza l’interessante documentario del 2005 di Fenton Bailey e Randy Barbato, Inside Gola profonda. Agli albori degli anni Settanta il sesso è un tabù invalicabile. O almeno, così si credeva primo dell’arrivo di Linda Lovelace in tutto il suo splendore erotico. Gola profonda arriva come un fulmine a ciel sereno. E non solo perché diventerà uno dei film più redditizi della Storia del cinema: prodotto con venticinquemila dollari, ne guadagna cento milioni tra sala e home video. Ma soprattutto per motivi storici, sociali e culturali: le teste paganti non corrispondono unicamente a quei “pervertiti” delle sale a luci rosse. Al contrario, le suddette sale si aprono ad un pubblico generalista, comprendente alta borghesia (Jackie Kennedy) e stelle del cinema (Jack Nicholson). Il porno, insomma, diventa un cibo mainstream. Cosa che chiama subito a rapporto le tenaglie della censura, le quali prendono acutamente come unico capro espiatorio l’involontario co-protagonista della pellicola, Harry Reems (che si salva dal carcere solo grazie alla successiva vittoria democratica). Processato in sei Stati, il film viene impietosamente perseguito dall’ala repubblicana benpensante (Nixon, Chiesa e compagnia bella), la quale non ammette che i dirty movies rientrino nelle discussioni da tavola da pranzo. Il problema principale non risiede tanto nel contenuto esplicito del film, ma nel fatto che per la prima volta esso sia unicamente diretto al sesso femminile, assolutamente ancora non contemplato. La Lovelace diventa l’idolo delle giovani donne ma soprattutto delle donne più agées sino a quel momento costrette, dall’ignoranza imposta, a ravvisare nell’erotismo una soddisfazione prettamente maschile. E mentre il governo americano processa un innocente esclusivamente per aver recitato in un film, dietro alla Plymouth Distributing – e a molte altre produzioni settantottine – altro non c’è che la mafia, di cui in Gola profonda fa le veci la famiglia Peirano. L’industria pornografica in quel momento certo non lesina in offerta (“Il sesso arriva ovunque”), soprattutto perché rappresenta la migliore vetrina artistica per diventare cosiddetti “filmmaker”. Seppur tramite modalità ingenue e a tratti linguisticamente banali, Inside Gola profonda tratta per la prima volta e in modo efficace una delle più interessanti storie di produzione cinematografica, concludendo l’analisi con un aspetto sinora sempre trascurato: il fatto che il porno iniziato come genere “di moda” (“Se il New York Times ci ha dedicato un articolo, varrà la pena vederlo”) e soprattutto artistico, sia oggi relegato al lato hardcore e perversionistico. Non è un caso, infatti, che i protagonisti del film siano scomparsi, disoccupati e al verde, nonostante abbiano dato vita ad un’industria che oggigiorno risulta tra le più floride in assoluto.
Inside Gola profonda [Inside Deep Throat, USA 2005] REGIA Fenton Bailey, Randy Barbato.
CAST Dennis Hopper (narratore), Gerard Damiano, Linda Lovelace, Harry Reems, John Waters.
SOGGETTO Fenton Bailey, Randy Barbato. FOTOGRAFIA David Kempner, Teodoro Maniaci. MUSICHE David Benjamin Steinberg.
Documentario, durata 89 minuti.