L’attesa è stata lunga ma Veronica Mars è tornata. E questa volta approda nientemeno che sul grande schermo con un lungometraggio ispirato all’intrepida studentessa/aspirante investigatrice, qui non solo in procinto di trovare lavoro nella Grande Mela ma pure costretta ad affrontare un indesiderato rientro a Neptune per indagare sull’omicidio di cui è accusato l’ex.
Un film permeato da una palpabile atmosfera di rimpatriata dove, oltre all’escamotage della sceneggiatura, il pubblico in effetti ritrova praticamente tutto il rodato cast storico. Pur funzionando bene nei brevi episodi, il modo di raccontare la vicenda risente forse troppo della durata imposta dal film e così il ritmo narrativo finisce per sembrare annacquato, specialmente nella parte centrale. Riproponendo l’inconfondibile stile diretto al quale ci aveva già abituati, il regista insiste nell’analisi di scottanti tematiche politico–sociali e riesce a conservare intatto lo spirito della serie (che si riconferma quindi un’opera solo apparentemente rivolta al target adolescenziale). Dei risultati apprezzabili già ottenuti dalla serie e che tuttavia non poterono evitarne la cancellazione, che a sua volta poi scatenò l’ira degli aficionados i quali chiedevano insistentemente un finale diverso da quello imposto dai produttori. Una prospettiva creduta oramai inavvicinabile, finché il regista Rob Thomas non ha diramato un accorato appello di finanziamento tramite crowdfunding, accolto dai fan in modo così entusiastico che finì per cambiare l’atteggiamento della produzione. Una nuova forma di fare cinema sulla quale Mediacritica, sempre attenta a captare i segnali più interessanti provenienti dall’universo della Settima Arte, si era già soffermata nel 2013 con l’uscita del meno celebre El cosmonauta e l’editoriale sull’imminente seguito della creatura televisiva di Thomas. Nonostante le preliminari perplessità circa l’effettiva capacità di attrarre non solo i fan ma anche gli spettatori profani e la diretta auto-concorrenza, dovuta alla singolare scelta di optare per una uscita sincrona sia online che presso selezionati cinema in una manciata di nazioni, il film pare momentaneamente reggere bene. Un’indubbia occasione d’oro per la Bell che, proprio come tante altre stelle del piccolo schermo, ha già cercato parecchie volte di svincolarsi dalla minacciosa ombra del suo personaggio più celebre e sfondare anche al cinema. Se riuscirà a dimostrare o meno che il punto di vista della platea può essere più lungimirante di quello dei produttori cinematografici è ancora presto per dirlo. E se così fosse speriamo non sia un caso isolato: anche gli appassionati di Roswell o Progetto Eden attendono una gustosa rivincita, sia essa un semplice dvd o un vero seguito.