SPECIALE TRUE DETECTIVE
È chiaro che l’assassino è il maggiordomo
OCCHIO, SPOILER!!!
Tutto qui? Otto puntate e risolvono tutto con elucubrazioni deliranti e massime pseudoreligiose? La delusione è palpabile nelle reazioni a caldo di chi si aspettava in True Detective uno sviluppo dell’elemento crime. Ma nonostante vi siano evidenze semantiche e sintattiche – il titolo su tutto – che lo accomunano al police procedural, è chiaro fin da subito che Nic Pizzolato ha voluto realizzare ben altro.
Anzitutto, restringere il campo a due soli poliziotti che lavorano fianco a fianco – e non a un gruppo di detective intenti a risolvere un caso – ci fa sospettare, sin dal primo episodio, che sia proprio la relazione tra i protagonisti a determinare l’oggetto di interesse principale della serie. True Detective, difatti, non gioca propriamente sul cliffhanger, e preferisce mantenere un tono controllato lasciando spesso la detection in secondo piano rispetto alle incursioni nella vita personale di Rust e Martin. Il caso da risolvere – l’omicidio di Dora Lange da parte di un gruppo di strambi occultisti – è interessante solo nella misura in cui si manifesta quale esca narrativa perché si concluda – anche dal punto di vista filosofico – la bromance tra i due. L’esatto opposto, in buona sostanza, della detective story più classica. Eppure il caso ha una sua importanza nel trasmettere la curiosità negli spettatori rispetto a quello che è successo nelle ellissi temporali. Che cosa ha portato Rust a diventare un redneck alcolizzato? Per quale motivo Rust e Martin non sono più poliziotti? E perché non si parlano? Cosa c’è sotto? È significativo notare che nell’interrogatorio non sia troppo importante chi dice cosa. Sono convinto che molti di noi non ricordano se il tale flash-back sia stato raccontato da Rust o da Martin. Per quale motivo? Perché in fondo i due sono legati da un interesse comune, sono in accordo, nonostante tutto. Ed è curioso pensare che in un’ambientazione del genere, la dicotomia verità/menzogna non sia minimamente presa in considerazione. Ma c’è una ragione a tutto ciò. I due detective non rappresentano altro che le due opposte reazioni rispetto alle incursioni – talvolta violente – della morale nell’esistenza. L’eterna lotta tra il bene e il male – la storia più vecchia del mondo – riguarda un terreno comune a tutte le sfaccettature dell’umanità. Si tratti di bad cop o good cop, di pancia o cervello, di disagio sociale o pazzia, di estremi. I semiotici avranno di che spellarsi le mani.
True Detective [id., USA 2014] IDEATORE Nic Pizzolatto. REGIA Cary Fukunaga.
CAST Matthew McConaughey, Woody Harrelson, Michelle Monaghan, Tory Kittles, Michael Potts, Kevin Dunn, Alexandra Daddario.
Crime, durata 60 minuti (episodio), stagioni 1