SPECIALE SPIKE JONZE
Realismo magico
Spesso i cortometraggi, grazie anche al loro minutaggio, esprimono e funzionano più delle divagazioni e le prolissità di un lungometraggio.
Spike Jonze, è noto, ha sperimentato la forma audiovisiva a 360° facendo la sua fortuna soprattutto nella forma breve del videoclip, regalandoci piccoli gioielli lungo la sua bulimica carriera. I’m Here è un corto del 2010 in cui Jonze racchiude una summa della sua genialità artistica, affrontando numerosi topoi dei suoi lavori. Sheldon e Francesca sono due robot che vivono in un mondo che ormai vede la perfetta convivenza tra umani e macchine. Un giorno si conoscono per caso e tra loro nasce l’amore, un sentimento che vede nel donarsi completamente alla persona amata la sua fondamentale caratteristica… Non mi sembra giusto spiegare troppo della trama, sia per la durata che per la valenza finale del prosieguo della storia. I’m Here è per Jonze la scusa per riconfermare la netta divisione che da sempre è presente nei suoi lavori: donne e uomini hanno caratteri ben definiti che vedono prevaricare la spontaneità e l’imprevedibilità del genere femminile, sottolineando, invece, la semplicità e la razionalità maschile fine a se stessa e che necessita di essere “svegliata”. I personaggi non sono semplici loser che soccombono agli eventi, ma esseri che cercano di scappare dalla quotidianità attraverso i sogni e la piena fiducia verso l’altro. Sheldon trova in Francesca quella valvola di sfogo che permette di mandare tutto all’aria e a lei si concede senza indugio, la supporta nelle sue “pazzie” e sacrifica se stesso per poterla vedere felice. Non è però il caso di una storia d’amore tra un debole e una prevaricatrice, è un grido di aiuto che viene raccolto da chi a sua volta ha bisogno di una mano nonostante riesca a mascherare le sue debolezze. Una storia toccante a tratti tristissima, ma che nella sua semplicità non può che affascinare anche lo spettatore più scettico o annoiato. C’è la musica, elemento fondamentale in Jonze – ad un concerto infatti Sheldon inizia a “donarsi”, c’è la quotidianità smaccatamente ordinaria, c’è la libera e surreale interpretazione della possibile evoluzione del mondo tecnologico. Jonze gira ormai con il pilota automatico, adattando il suo stile in modo sempre originale, pur affrontando una vicenda che rischiava di scadere nel patetismo, un tocco incantato che in pochi registi oggi riescono ad avere. In questo sta la forza di Jonze, ripetersi senza però risultare scontato o monotono. Nei 30 minuti di I’m Here c’è tutto un mondo e molteplici chiavi di lettura che culminano nel messaggio di fondo che vede i robot diventare più umani degli umani. Chissà se in un futuro prossimo tutto ciò diventerà reale, sta di fatto che ancora una volta l’incanto dell’estro di Jonze ci ha conquistato.
I’m Here [id., USA 2010] REGIA Spike Jonze.
CAST Andrew Garfield, Sienna Guillory.
SCENEGGIATURA Spike Jonze. FOTOGRAFIA Adam Kimmel. MUSICHE Sam Spiegel.
Drammatico, durata 30 minuti.