SPECIALE RAPE & REVENGE
L’importanza del malfatto cinema settantesco
La Storia del cinema è memore di un’infinita varietà di film cosiddetti “brutti”. Sinossi dal nonsense, interpretazioni grottesche, tecniche parossistiche. Tutti elementi che ci porterebbero a posizionarli nel dimenticatoio, tuttavia con la Settima Arte non funziona sempre così.
Esistono infatti migliaia di opere cinematografiche non esattamente eccelse che possiedono cifre stilistiche o storiche appartenute a branche cinematografiche memorabili. Filoni che sono stati poi ripresi e omaggiati da molti di quelli che oggi consideriamo grandi “innovatori”, in molti casi semplicemente dei “re-innovatori”. Uno di questi periodi cinematografici è il settantesco Rape & Revenge: in gergo, subisci e spacca il culo. Tra gli esempi più emblematici, seppur tra i meno stimabili tecnicamente, troviamo lo svedese Thriller: En Gryn Film (anche distribuito come The Girl With One Eye). Se pensate che Tarantino sia uno dei più grandi cineasti progressisti contemporanei – e la sottoscritta è assolutamente d’accordo – dovreste tuttavia dare un’occhiata a questa pellicola. È la storia di una ragazzina stuprata e traumatizzata, e una volta cresciuta obbligata a prostituirsi, “perdendo” anche un occhio. Cresciuta e arricchita, cova per bene la propria rivalsa. Vi dice niente? I volumi di Kill Bill infatti in più punti omaggiano il film di Alex Fridolinski. E non solo per l’episodio della menomazione. Ma soprattutto per lo sviluppo sequenziale della vicenda, che è anche proprio del genere R&R: trauma, sottomissione, umiliazione, (varie) lezioni autopotenziative, vendetta crudele.
Gli anni Settanta sono emblematici nella Storia della nostra nazione: il femminismo prende piede stravolgendo tutti i canoni patriarcali, riuscendo finalmente a far mettere in discussione le azioni illegali, abusi in particolare, del sesso forte. Di conseguenza sono anni emblematici anche per la televisione (il caso mediatico del Massacro del Circeo) e ovviamente per il cinema, che risulta quasi ricoprire esso stesso il ruolo del vendicatore di una generazione di donne maltrattata, e che quindi inizia ad utilizzare linguaggi mai assimilati sinora al sesso debole. Thriller, in particolare, è stato più volte censurato: per la famosa scena dell’occhio tagliato (simile a quella de Un chien andalou bunuelano) e soprattutto per le scene pornografiche (girate da attori professionisti). Ma soprattutto perché una ragazzina, muta dal trauma, stacca la testa del proprio aguzzino tramite un cavallo. E ho detto tutto.
Thriller – A Cruel Picture [Thriller: En Gryn Film, Svezia 1973] REGIA Alex Fridolinski.
CAST Christina Lindberg, Heinz Hopf, Solveig Andersson, Gunnel Wadner, Pamela Pethö-Galantai.
SCENEGGIATURA Alex Fridolinski. FOTOGRAFIA Andreas Bellis. MUSICHE Ralph Lundsten.
Azione/Thriller/Erotico, durata 104 minuti.