Frank Miller e il pulp storico d’autore
Nel 1998, Frank Miller ha deciso di raccontare a modo suo la battaglia delle Termopili, con la collaborazione dalla fidata colorista e moglie, Lynn Varley. La storia la conosciamo tutti, ma faremmo meglio a scordarla perché a Miller non interessa mantenere la coerenza storica.
Forse gli spartani non combattevano a petto nudo e la loro politica ha subito modifiche radicali per assecondare le necessità drammatiche, ma va bene così, fa anche questo parte del gioco. I guerrieri di 300 sono figure mitiche e Leonida un supereroe. Miller non ne fa un mistero e comincia la narrazione coltivando il mito del condottiero che non ripete mai gli ordini, chi non li rispetta o non li sente si ritrova con testa fracassata sulle rocce. Gli spartani sono i combattenti migliori del mondo, questo è chiarito fin da subito, eppure temono Leonida e, nei bivacchi serali, si raccontano a vicenda la storia di come il re diventò il campione di Sparta uccidendo un lupo gigante, armato solo di un bastone appuntito. I persiani, invece, si dividono in mostri ringhianti e supercattivi effemminati (come Serse). Anche questa scelta è coerente con lo stile hard boiled di Miller e serve a dare al graphic novel un respiro mitico, il razzismo non c’entra niente e se c’è, è involontario. Miller divide la narrazione in cinque capitoli dai nomi difficili da fraintendere, il primo è intitolato “Dovere”, il secondo “Onore” e così via. Dovere e onore sono tutto ciò che spinge gli spartani a intraprendere la missione suicida più disperata della storia. Il fumetto non manca di sottolineare la follia insita nelle loro gesta. “Questa è pazzia!” urla l’ambasciatore persiano quando gli spartani rifiutano di negoziare, “Questa è Sparta” gli risponde Leonida in uno scambio di battute reso celebre dal film, più filoamericano ma fedele nello spirito pulp e antistorico. “Sparta non è giusta ma Sparta funziona”, si potrebbe provare a sintetizzare così il senso del fumetto che la trasposizione cinematografica non è riuscita a cogliere. 300 si colloca all’acme di una battaglia per la liberazione del formato nel fumetto. Questo graphic novel sfoggia un singolare formato orizzontale che a pagine aperte diventa lunghissimo. Va da sé che vedremo molti panorami e vignette grandi. Come disegnatore, Frank Miller è in uno stato di grazia, il suo stile non è più quello rigoroso degli anni ’80 ma non è ancora degenerato nel naïf di Il cavaliere oscuro colpisce ancora. Pochi anni più tardi, Miller scoprirà che il cinema digitale è ormai in grado di trasporre i suoi graphic novel in maniera soddisfacente, ma la traduzione intermediale, seppur bellissima dal punto di vista estetico, non sarà certo indolore.
300 [Id., USA 1998] IDEATORE Frank Miller.
TESTI Frank Miller. DISEGNI Frank Miller, Lynn Varley.
EDITORE Magic Press, Dark Horse Comics.
Fumetto, 5 albi.