L’Italia che non c’è
Verso l’inizio del film, che è ambientato prevalentemente in un Salento dove molti parlano inspiegabilmente con accento barese, il primo dialogo tra l’avvocato Francesco e la detenuta Cecilia è scritto e recitato in modo che lo spettatore possa scegliere autonomamente se ridere o no. Non è una conversazione inverosimile e quindi non ricerca effetti di comicità surreale.
Ma ciò che è legittimo in questa scena, cioè la scelta di un tono realistico, spontaneo, naturale, diventa un difetto nei momenti in cui, invece, l’intento è quello di strappare una risata, attraverso tormentoni come quelli della portinaia barese, della perdita di voce di Francesco, della donna che si mangia le parole. In sostanza, il film di Veronesi può risultare poco divertente, perché è poco coraggioso, innocuo come le peggiori commedie francesi, e cerca sempre di rimanere “pulito” ed educato. La cosa più trasgressiva del film è un vecchio che si caga addosso. Il logorroico Francesco è un personaggio troppo buono per essere italiano: è scritto apposta per facilitare l’identificazione dello spettatore con lui, ma il pubblico italiano, più o meno consapevolmente, in realtà si identifica da sempre con gli uomini un po’ stronzi, come quelli interpretati da Totò, Sordi, dai grandi della commedia all’italiana, dai meno grandi dei cinepanettoni, da Checco Zalone. Se si voleva realizzare una commedia sentimentale zuccherosa, come ce ne sono tante anche nel cinema anglofono, allora c’è un problema nella scelta dell’attore protagonista. De Luigi è stato un efficace comico televisivo, nei programmi della Gialappa’s, ma ha la possibilità di dimostrarlo solo nel finale, dove combatte con il metal detector in aeroporto. De Luigi, però (ed è un discorso che vale anche per altri attori presenti nelle commedie italiane degli ultimi anni, Solfrizzi ad esempio), non è credibile nelle scene drammatiche che solo nei film comici puri mancano dalla sceneggiatura. Per questo motivo, ciò che risulta involontariamente più divertente, nel film di Veronesi, è proprio la faccia intristita di De Luigi mentre il suo personaggio spia la sua amica che si accoppia con il suo ex e, in seguito, mentre l’amica gli dice che non vuole perderlo.
Una donna per amica [Italia 2014] REGIA Giovanni Veronesi.
CAST Fabio De Luigi, Laetitia Casta, Valentina Lodovini, Valeria Solarino.
SCENEGGIATURA Giovanni Veronesi, Ugo Chiti. FOTOGRAFIA Arnaldo Catinari. MUSICHE Andrea Guerra.
Commedia, durata 88 minuti.