Scoprendo l’Italia
Sono ormai diversi anni che MTV sembra aver totalmente dimenticato la parola con cui inizia l’acronimo del canale televisivo: musica. Il lato positivo di questo fenomeno è che, dopo una vera e propria invasione di format stranieri più o meno trash, è arrivato anche il momento in cui nuovi personaggi italiani si sono affermati.
Il primo riferimento quasi d’obbligo è a Pif. Da qualche settimana si sta affermando anche un altro giovane, Vito Foderà, alla ricerca dei lati nascosti dell’Italia in cui viviamo. Il suo programma è Polifemo – Quello che nessuno ti fa vedere e, tramite questo, si percorre un tragitto nei meandri di realtà meno conosciute. Per stile e tono si può considerare un format che si avvicina molto a quello di Pif, ma non mancano differenze e marche di personalità importanti. La prima di esse, forse quella più macroscopica, è che, mentre il predecessore andava alla scoperta marcatamente ingenua di realtà di cui tutti siamo a conoscenza, Foderà si sforza di cercare fenomeni in corso di cui poco si parla e lo fa non calcando la mano su quel tono fanciullesco che in molti casi ci ha fatto divertire più che riflettere. In altre parole Pif ci faceva sorridere evidenziando quanto di ridicolo c’era, per esempio, nella vita mondana della Costa Smeralda, mentre Polifemo ci fa scoprire i veri giovani abitanti di quella stessa zona. Gli argomenti finora trattati sono ben vari, ma tutti hanno in comune il territorio. Si nota infatti una forte tendenza a fare dell’Italia e dei giovani un punto di ripartenza, cercando per una volta non di educare o insegnare qualcosa ai più giovani, quanto piuttosto il contrario, informando le generazioni più attempate del presente che li circonda. Il difetto maggiore che salta all’occhio sta proprio in questo proporre ingenuamente certi fenomeni come assolute novità: difficoltà economiche dei giovani, co-working, stampa 3d e made in Italy sono dinamiche quanto mai attuali, è vero, ma non si può sostenere che siano emerse negli ultimi mesi. Di fatto il motivo per questo tipo di presentazione è da ritrovare anche nella scelta degli interlocutori virtuali: gli spettatori non sono più ragazzi da far ridere e riflettere, ci si riappropria anche di una funzione pseudo didattica e informativa che, sinceramente, non era mai stata il punto di forza di un canale come Mtv. Ben vengano quindi questi esperimenti a metà tra il reportage e l’esibizione. Se poi la forma, lo stile e il montaggio non convincono e non danno particolare freschezza alle puntate, ci sarà comunque il contenuto a tirare su il giudizio.