A PROPOSITO DE LA BELLA E LA BESTIA…
Giù la maschera
Il personaggio di Bella, nato da un racconto dalla discussa paternità e portato sullo schermo nel 1946 da Cocteau, è considerato da sempre un’eroina estremamente moderna. Mentre le sue colleghe reali dormono sonni fatati e mangiano mele insalubri, lei si sacrifica per la famiglia, vede attraverso le maschere e, udite udite, aiuta il principe di turno a salvarsi.
Godendosi giustamente la ricompensa finale in un tripudio di amore e ricchezze mentre le sue due cattive sorelle – i “parenti serpenti” non sono un’esclusiva di Cenerentola – vengono punite in maniera piuttosto creativa e brutale, tanto nella fiaba originale che nel film in questione. La storia della Bella che voleva solo una rosa e si ritrova regina è tutto un gioco di maschere che si rincorrono, e prima di conquistarsi il lieto fine l’eroina è chiamata a compiere il classico viaggio attraverso la spoliazione degli inganni che la circondano. Tuttavia, mentre la fanciulla demolisce barriere e preconcetti, la Bestia che l’ha rinchiusa nel suo castello si trova costretta a convivere fra l’impulso animalesco, che lui rivolge contro di sé, e la sofferenza di non essere umano. Innocente perché maledetto a causa dei suoi genitori, con il compito arduo di far innamorare di sé una ragazza, la Bestia si rivela sfaccettato, tenero, galante, incastrato fra due nature. Personaggio dotato di una drammaticità e di uno spessore non comune nell’universo fiabesco filmico e cartaceo, il concetto di dualismo Uomo-Animale viene accentuato non solo dal fatto che l’attore Jean Marais interpreti con grande enfasi sia Splendore che la Bestia, ma anche dal fatto che proprio del primo il mostro assuma le sembianze una volta liberato. Riuscendo a confondere per un attimo perfino la protagonista. Magari oggi la recitazione può sembrarci molto teatrale ed enfatica, e ci si può aspettare effetti speciali piuttosto artigianali (anche se decisamente ingegnosi): tuttavia proprio l’enfasi degli attori mescolata alle statue in movimento e a un castello vivo quanto i suoi due abitanti fanno di La Bella e la Bestia un classico, ovvero un film che sessanta e più anni dopo la sua creazione non ha nulla da invidiare a quelli che l’hanno seguito.
La bella e la bestia [La belle et la bête, Francia/Lussemburgo 1946] REGIA Jean Cocteau.
CAST Josette Day, Jean Marais, Marcel Andrè, Mila Parèly, Nane Germon.
SCENEGGIATURA Jean Cocteau. FOTOGRAFIA Henri Alekan. MUSICHE Philip Glasse, Georges Auric.
Fantasy/Avventura, durata 96 minuti.