Nessun sole a oriente
Alexander Skarsgård, Ellen Page e una convincente Brit Marling (anche alla sceneggiatura) sono i protagonisti di The East, presentato al Sundance nel 2013. È un ecoterrorismo mirato, quello del gruppo anarcoide che dà il titolo al film, e che l’agente Jane Owen si trova a indagare sotto copertura per conto della Hiller Brood, una super agenzia di servizi segreti privati.
Gli obiettivi sono i responsabili “fisici” e impuniti di catastrofi umane e ambientali, conseguenze disastrose di un sistema asservito a multinazionali chimiche e farmaceutiche senza scrupoli. All’alternanza tra colori caldi (soprattutto nella prima parte, quando Sarah si lascia pian piano coinvolgere dal gruppo) e lividi (nei momenti più tragici) del quartier generale di The East, si contrappone lo scintillio lucido e falso degli ambienti dei ricchi. Alle carrellate negli spazi aperti che delineano la relazione tra Jane/Sarah e la sua città, risponde la fissità pittorica delle inquadrature all’interno della grande casa in rovina dove vivono i terroristi. The East si muove speditamente su un’iconografia riconoscibile e lungo i binari sicuri di una trama che pur di arrivare al punto si concede qualche didascalismo e pretende che lo spettatore non faccia troppe domande (l’andirivieni senza intoppi di Sarah, ad esempio, il rapporto un po’ inspiegabile col fidanzato). Il coinvolgimento personale col nemico dei principali componenti di The East sottolinea la forza di una lacerante presa di coscienza che giustifica la necessità di sporcarsi le mani per prendere le distanze dalle proprie origini (nel caso di Benji e Izzie) e dai propri errori (nel caso di Doc); d’altro canto il legame col dato biografico depotenzia la forza dell’idea, della ribellione in sé, e la facilità con cui i personaggi si immergono in ruoli opposti tramite semplici cambi d’abito o di pettinatura sembra alimentare l’eccesso di semplificazione tra giusto e sbagliato, buoni e cattivi, consapevoli e inconsapevoli. È allora più interessante il percorso di Jane/Sarah, che già racchiude delle contraddizioni: è donna d’azione ma credente, si piega alle manifeste ambiguità del colosso per cui fa il lavoro sporco, ma mantiene l’umanità di fondo necessaria ad accogliere un punto di vista opposto e contrario. Tuttavia la sua ricerca di un’altra via, che parte dall’illegalità ma si trasforma in una forma di eco-evangelizzazione individuale, è interessante all’interno della trama ma troppo personale per essere una soluzione di impatto commisurata alla materia del film. Resta dunque l’impressione che invece che il calore diffuso ma volatile del sentimento, un po’ di incisiva freddezza sarebbe stata la temperatura più adatta nell’affrontare certe tematiche.
The East [id., USA 2013] REGIA Zal Batmanglij.
CAST Brit Marling, Alexander Skarsgård, Ellen Page, Toby Kebbell, Patricia Clarkson, Jason Ritter.
SCENEGGIATURA Zal Batmanglij, Brit Marling. FOTOGRAFIA Roman Vasyanov. MUSICHE Harry Gregson-Williams, Halli Cauthery.
Drammatico, durata 116 minuti.