22 FEBBRAIO: OMAGGIO A LUIS BUÑUEL
“Nulla nel film simboleggia nulla”
Interpretare Un chien andalou come mero viaggio nei meandri dell’inconscio e come semplice risultato di un arbitrario lavoro di decoupage sulla base di un automatismo associativo e iconografico di matrice freudiana è alquanto fuorviante e riduttivo.
Il sodalizio artistico tra il regista aragonese Luis Buñuel e il pittore catalano Salvador Dalì è innanzitutto dettato da una ponderata volontà di denuncia per mezzo registico ai danni della bien-faisance culturale e creativa imperante nel cinema e negli stilemi formali e narrativi del romanzo del primo Novecento europeo. L’intero cortometraggio si avvale – sebbene non marcatamente – delle tecniche surrealiste della concatenazione, giustapposizione e contrapposizione di immagini pittoriche e simboliche – evidenti sono i riferimenti a Magritte, Millet, e Vermeer – e di numerosi salti temporali attraverso espedienti visivi quali le dissolvenze, i ralenti e le sovrapposizioni dalla solo apparente incongruenza logico-narrativa e insostanzialità semantica. “Nulla nel film simboleggia nulla”, dunque. Lo stesso titolo illusoriamente slegato dal contesto narrativo del cortometraggio appare pregno di significato se in riferimento alle origini andaluse del poeta Federico García Lorca, amico di Buñuel e Dalì dai tempi della loro filiazione alla Residencia de Estudiantes di Madrid e del quale i due artisti non avevano mai condiviso la vena marcatamente bucolica e malinconica della sua produzione poetica nel Romancero gitano. Al tema freudiano dell’inconscio, al superamento dei fardelli del passato tramite l’uccisione del proprio alter ego (probabilmente artistico), all’esaltazione dell’Es e alla liberazione dai canoni opprimenti della chiesa marista tramite immagini dal chiaro riferimento corporeo e sessuale e che trova il suo apice metaforico nella sequenza del traino di asini putrefatti per mezzo di un pianoforte a coda, dunque, fa da trait-d’union un nuovo “diktat” culturale e grammaticale. Vista da questa prospettiva, la cesura/mutilazione effettuata dal regista aragonese per mezzo di una nuvola/rasoio e ai danni di una luna/occhio di stampo lorchiano assume una connotazione altamente sarcastica e getta le basi ad un eloquente linguaggio registico e ad una frenetica tecnica di montaggio che troveranno il loro apice espressivo nei successivi L’âge d’or e Viridiana.
Un chien andalou [id., Francia 1929] REGIA Luis Buñuel.
CAST Simone Mareuil, Pierre Batcheff, Luis Buñuel, Salvador Dalì.
SCENEGGIATURA Luis Buñuel, Salvador Dalì. FOTOGRAFIA Albert Duverger. MUSICHE Richard Wagner.
Cortometraggio/Grottesco, durata 21 minuti.