Nuovi approcci alla funzione critica
Si è svolto a Bologna, presso il Dipartimento delle Arti, il Convegno di studi “Critica 2.0” a cura di Claudio Bisoni e Roy Menarini, con la collaborazione del Cimes (Centro di Musica e Spettacolo). Dopo i saluti di rito di Gerardo Guccini, responsabile scientifico del Cimes, Claudio Bisoni e Roy Menarini hanno introdotto l’argomento specifico del convegno: lo statuto contemporaneo della critica cinematografica.
Il cinema sopravvive ed è tuttora vivificato dall’apporto costante della critica giornalistica in generale e della figura del critico nello specifico? E quest’ultimo fornisce gli strumenti efficaci per interazioni partecipative col variegato mondo dell’industria culturale? Può ancora influenzare i gusti del grande pubblico o diventa, a seguito del movimento centrifugo mediale, figura marginalizzata e priva di autorevolezza? Questi gli interrogativi che, nella giornata introduttiva, si sono posti gli ospiti, tra i quali Vittorio Boarini (SNCCI), Claudio Reginelli (Agis Emilia-Romagna) Gianluca Guzzo (MyMovies), Andrea Ravagnan (Cineteca di Bologna), acuti osservatori di una materia magmatica e complessa come quella dell’industria cinematografica. Nella seconda giornata del convegno studiosi internazionali, docenti e critici affermati si sono confrontati su questioni più specifiche: presenza/assenza del cinema italiano in Rete, relazioni che la critica deve intrattenere con l’industria dei consumi e suo ruolo centrale svolto all’interno delle strategie di mercato, moltiplicazione di blogger e portali digitali potenzialmente utilizzabili nelle pianificazioni di promozione culturale, mantenimento di autonomia della critica (cartacea o web). Tra i relatori Gianni Canova (IULM), Valerio Caprara (L’Orientale) Giacomo Manzoli (Università di Bologna), Alberto Pezzotta (Corriere della Sera), Emiliano Morreale (Università di Torino), Guido Vitiello (La Sapienza) e Paolo Noto (Università di Bologna). Quella “professione ingrata, difficile e poco nota” di cui parlava Truffaut, modifica oggi i propri confini culturali all’interno di un mondo in cui la pervasività globale è la direttrice che ridisegna un nuovo approccio alla funzione critica. Se la nomenclatura peculiare del settore tende a mantenersi inalterata (festival, generi filmici, autorialità), a cambiare è lo statuto soggettivo delle figure professionali, in seguito al dilatarsi dell’orizzonte epistemologico connesso ai linguaggi critici e alle ridefinizioni estetiche del prodotto filmico. Finalità del convegno è stata un’attenta riflessione sulla nuova cinefilia, sulla funzione della critica nella modernità dell’effetto globalizzato, con particolare attenzione alle reti di interconnessione con l’intero mondo della produzione multimediale e audiovisiva.