Everybody’s Hungry
Miniserie in tre parti targata BBC e trasmessa nell’Ottobre 2013, The Escape Artist racconta la storia dell’avvocato difensore Will Burton, indiscusso fuoriclasse nella propria categoria, capace di sottrarre al carcere anche i più efferati criminali, e del suo incontro con Liam Foyle, killer seriale che, dopo essere stato da lui difeso e salvato in tribunale, inizia a perseguitare la sua famiglia.
Giocato sulla contrapposizione netta dei suoi due protagonisti – da una parte l’avvocato ambizioso e integerrimo che a chiunque vuole garantire il diritto a una difesa legale, dall’altra una mente manipolatrice e perversa, totalmente fuori controllo – The Escape Artist si pone l’obiettivo di negare, ancora una volta, il confine netto tra Bene e Male, anzi di esplorare l’oscurità che da sempre attrae i giusti, con un riferimento quasi dichiarato a Il Silenzio degli Innocenti. Il percorso con cui Will Burton (il Doctor Who David Tennant) passa da beniamino dell’opinione pubblica a parte lesa della società determina progressivamente la necessità di valicare quella Giustizia cui egli ha sempre consegnato la propria visione del mondo e intraprendere un’azione personale che unisce alla vendetta su Liam Foyle anche la rivincita sulla collega Maggie Gardner, eterna avversaria sui banchi di tribunale, fino a escogitare il delitto perfetto che definitivamente lo consacra alla violenza, senza che Burton – e con lui lo spettatore – percepisca alcun senso di colpa. Questa evoluzione psicologica del protagonista, sebbene non sempre sottilmente tratteggiata (Burton pare restare fin troppo lucido quando Liam Foyle assassina sua moglie), è sostenuta da una scrittura robusta e compatta, completamente asciugata dal rischio di punti morti, e da una messinscena classica, scrupolosa, all’inglese, molto attenta a gettare sulla vicenda, fin dalle prime scene, un inquietante velo di tetra perversione. La solidità strutturale della serie invita lo spettatore più esigente a perdonare al suo ideatore David Wolstencroft una sostanziale mancanza di innovazione, nei temi e nelle atmosfere, che tuttavia risentono positivamente della commistione tra sottogeneri contigui: il legal drama, il thriller, l’horror psicologico. Interessanti le scelte degli attori: oltre al bravo Tennant e alla candidata all’Oscar Sophie Okonedo, pare confermare un indubbio talento anche Toby Kebbel, già visto nell’episodio più bello di Black Mirror, capace qui di lavorare con poco – la prossemica, anzitutto – per restituire il ritratto di un criminale che, effettivamente, non compare mai nel pieno della furia omicida. Da questi ingredienti The Escape Artist trae tutta la propria forza, confermando la BBC una fucina di ottimi prodotti di finzione che, quando non spiccano per originalità, garantiscono ugualmente qualità e intrattenimento.
The Escape Artist [id., Gran Bretagna 2011] IDEATORE David Wolstencroft.
CAST David Tennant, Toby Kebbel, Sophie Okonedo, Ashley Jensen, Jeany Spark.
Drammatico/Thriller, durata 180 minuti (3 episodi), Miniserie TV.