Storie di vita e farina
Ammettiamolo: a meno di non appartenere al gruppo di appassionati di cucina, vedere qualcuno spignattare fra i fornelli spesso causa una noia non indifferente. Fatto questo primo passo, diventerà anche più facile confessare che non si guardano programmi come MasterChef per imparare a cucinare. Lo si fa per criticare, simpatizzare, vedere i nostri beniamini interagire sotto pressione fra le anguille di Comacchio e la carne della Maremma, ma soprattutto con i giudici.
MasterChef è un format pensato per cuochi non professionisti: i moderni gladiatori della pasta sfoglia, armati di mattarelli e timer, si contendono il montepremi e la possibilità di pubblicare un libro con le loro ricette. Tutto sotto, appunto, lo sguardo ben poco benevolo degli chef Carlo Cracco e Bruno Barbieri e di quello perennemente disgustato di Joe Bastianich, un ristoratore italoamericano che vanta non meglio definite radici italiane. Attualmente in onda con la terza stagione su Sky, lo show scivola involontariamente nel comico laddove lo spirito di emulazione con il ben più spettacolarizzato originale americano supera i confini: pianti, isterismi, location meravigliose rovinate da improbabili abbigliamenti – si veda la puntata in Maremma di cui sopra -, momenti di pathos distrutti da dubbie perle di saggezza dei giudici che (tentano) diventano quasi guru. Senza peccare di campanilismo, MasterChef Italia sfodera il suo punto di forza facendo conoscere tradizioni culinarie del Belpaese, ma sembra sempre rincorrere quasi con affanno un modello d’oltreoceano che abbiamo imparato a conoscere, ma che difficilmente risulta credibile. Attenzione, godibile sì, accettando il fatto che la cucina non sia la protagonista. Noi non siamo quelli degli occhi patriotticamente lacrimosi davanti alla apple pie della nonna. Noi siamo quelli che tirano una padellata al cuoco che scuoce la pasta. Il pubblico si appassiona ai singoli anche senza bisogno di premere sul sentimentalismo da teleromanzo con lettere dei familiari, perché i partecipanti hanno già comportamenti e background interessanti. Tutti accomunati dal sogno di poter arrivare a vivere del lavoro di chef – o di cuoco, se siete più alla mano e ricordate che il francese “chef” significa semplicemente “capo” – e pronti a raccontare le difficoltà quotidiane in una sorta di confessionale, che come già detto fa di se stesso uno spettacolo, tra voli pindarici e niente affatto velati insulti. Arricchito da dietro le quinte e insegnamenti culinari speciali in episodi supplementari, il programma continua ad avere un discreto successo, proprio per merito di quei personaggi che sovraespongono pazzie e paturnie, spignattando con cinica allegrezza.
MasterChef Italia 3 [Italia 2011 – in corso] REGIA Umberto Spinazzola.
PRODUTTORE Magnolia. CONDUTTORI Carlo Cracco, Bruno Barbieri, Joe Bastianich.
Durata 70 minuti (puntata).