64° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, 6-16 febbraio 2014
Sì, ma…
L’Orso d’oro della 64° edizione della Berlinale è andato, un po’ inaspettatamente, al noir d’atmosfera cinese Black Coal, Thin Ice di Diao Yinan, che si è aggiudicato anche l’Orso d’argento per la migliore interpretazione maschile alzato al cielo dal protagonista Liao Fan.
Alla vigilia, il film non era nella lista dei favoriti, e la scelta della giuria presieduta dal produttore James Schamuz ha sorpreso molti e accigliato altrettanti, già non particolarmente entusiasti di un concorso, a detta di molti, dalla qualità media non entusiasmante. Effettivamente, questi dubbi sul verdetto non sono infondati. Intendiamoci subito: Black Coal, Thin Ice è tutto tranne che un film non riuscito. È un noir d’atmosfera efficace e coinvolgente, sicuramente ben fatto, ma anche molto tradizionale, un po’ prevedibile, e ben poco innovativo, che nulla toglie e poco aggiunge al genere di riferimento, come sarebbe forse un po’ lecito aspettarsi da un film di genere che vince uno dei maggiori festival internazionali. Ci troviamo di fronte alla caduta negli inferi del rimorso, del fallimento e dell’alcolismo di un detective di provincia, a cui, qualche anno dopo, viene offerta la possibilità di risalire nella superficie della vita con la riapertura dello stesso caso che l’aveva mandato a terra. Collegando i fili dell’indagine, il protagonista ricollega anche quelli della propria esistenza, con annesse complicazioni sentimentali. Il film di Ynan vive soprattutto delle affascinanti e torbide atmosfere notturne e invernali esaltate dalla fotografia, che gioca molto sul predominio del grigio, del bianco e del nero, immediate metafore visive della gelida situazione del protagonista e del torbido della vicenda. Se le atmosfere sono il punto di maggiore forza dell’opera, la narrazione, attraversata da squarci di violenza alternati a squarci d’ironia, avanza in modo abbastanza classico, prendendo un po’ di caratteristiche dal noir d’esportazione occidentale e un po’ dalla tradizione autoctona orientale, creando un interessante mix di suggestioni. Black Coal, Thin Ice naviga quindi, senza scosse, verso il porto sicuro del buon prodotto coinvolgente e con una sua efficacia: le facce, gli ambienti e le atmosfere giuste, così come le scene più ad effetto garantiscono una visione soddisfacente e piacevole, ma anche del tutto media e anche un po’ già vista, non dimenticabile ma neppure memorabile: un po’ poco forse per giustificare appieno la vittoria in un festival del livello della Berlinale.
Black Coal, Thin Ice [Bai Ri Yan Huo, Cina 2014] REGIA Diao Yinan.
CAST Liao Fan, Gwei Lun Mei, Wan Xuebing, Wang Jingchun, Yu Ailei, Ni Jingyang.
SCENEGGIATURA Diao Yinan. FOTOGRAFIA Dong Jingsong.
MONTAGGIO Yang Hongyu.
Noir, durata 107 minuti.