64° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, 6-16 febbraio 2014
ANTEPRIMA
Il giocoliere fantastico
Anderson sembra reclutare ad ogni suo film una schiera sempre più folta di ammiratori. Se siete tra loro, non abbiate paura di rimanere traditi: andate al cinema a vedere The Grand Budapest Hotel.
Dopo lunghe attese il film è atterrato su terra, portando con sé un cast d’eccezione che ha invaso il tappeto rosso nella sua serata d’apertura. Il film ha generalmente convinto, e c’è chi anzi già lo elegge a favorito nella filmografia del regista. Il Grand Budapest Hotel è prima di tutto un luogo: sperduto tra le montagne, costituisce un universo a sé di cui poco a poco riscopriamo la storia, piena di mistero e avventura, ma anche tenerezza e comicità. Quest’universo è sempre più costruito, artificiale e perfetto. Ogni immagine basterebbe a se stessa nella sua bellezza. E ogni personaggio, per quanto possa apparire di sfuggita, costituisce un’opera d’arte ritrattista. Poco a poco i personaggi spuntano costituendo gag spassose, abitando luoghi incantevoli e magici come immagini di sogni infantili. Ma oltre al sogno troviamo la realtà, che è convincente e appassionante, e ci stimola con continui colpi di scena. Scopriamo così un intreccio di storie d’amore, furti e assassini… Con questo film Anderson è riuscito in quello che risulta spesso impossibile, ciò che si richiede a chi allo stesso tempo gestisce un capitale astronomico e l’ideale di un cinema che si vuole diverso. Il regista sa come utilizzare le sue finanze senza tradire gli spettatori. Grazie alla sua capacità nel creare mondi e personaggi con una poesia e potenza visiva che superano ogni limite, le risorse spese nella costruzione maniacale di set perfetti e di un cast stratosferico si rivelano fruttuose. D’altra parte, il principio del suo cinema rimane costante. Forse i suoi protagonisti non sono più totalmente ‘weird’ come in passato, e la comicità si è fatta più concreta, con gag che possono sembrare alle volte prevedibili. Ma che importa? Non gioca anche su questo la vena comica, con le sue ripetizioni, i suoi cliché che ci regalano immancabilmente un sorriso? A chi avesse criticato il regista proprio per la costruzione di mondi così perfetti e distanti, questo film mostra che la convivenza del fantastico con l’attualità è possibile. Le allusioni a varie questioni di politica e storia contemporanea non sono solo gustose, ma rendono possibile un’altra tra quelle qualità che in così pochi hanno: mantenere un tono spensierato e allegro e allo stesso tempo non ignorare totalmente la realtà contemporanea. Con una delicatezza comparabile a quella dei dolci di Mendl’s (protagonisti anche loro), The Grand Budapest Hotel delizierà quasi ogni palato, lasciando l’acquolina in bocca e il desiderio di concedersi un ghiotto bis… rigustandosi il film una seconda volta.
The Grand Budapest Hotel [id., USA/Germania 2014] REGIA Wes Anderson.
CAST Ralph Fiennes, Edward Norton, Bill Murray, Saoirse Ronan, Tilda Swinton, Jude Law.
SCENEGGIATURA Wes Anderson. FOTOGRAFIA Robert D. Yeoman. MUSICHE Alexandre Desplat.Commedia, durata 100 minuti.