Brother blood
Il Blood del titolo si riferisce al sangue versato della ragazzina uccisa a coltellate e ritrovata all’inizio del film, ma si riferisce anche al sangue che lega tre dei protagonisti, i due fratelli detective che seguono il caso e il padre, ex capo di dipartimento e ora in pensione.
Blood però è un thriller che si costruisce su un secondo intrigo, perché a essere centrale non è il caso legato alla ragazzina ma le conseguenze che le indagini di questo portano. Conseguenze che aprono il baratro nelle paure di chi è colpevole ma privato di castigo, in una rete che coinvolge i due fratelli e il padre, testimoni e complici dello stesso omicidio, in cui a essere messo alla prova è il rapporto tra i tre. Blood è un buon thriller sulla paura delle proprie azioni, scritto e diretto diligentemente come spesso avviene per produzioni inglesi del genere, tratto dalla serie tv Conviction scritta dallo stesso sceneggiatore Bill Gallagher: la pellicola si appoggia all’atmosfera umida e spenta del luogo per farla ricadere in personaggi che vivono ai margini della provincia inglese (come Southcliffe). La particolarità della narrazione è che tutto si basa su una triangolazione, ma non quella formata dai due fratelli e il padre: al posto del genitore trova spazio un solitario detective, collega e amico-ma-non-troppo. Quest’ultimo è l’unico interessato a trovare la verità nei fatti, portando percettivamente lo spettatore a rompere il coinvolgimento totale con i due fratelli alle prese con le proprie coscienze. Il solitario Robert oscilla tra l’essere un pericolo per gli altri due e il rappresentare il custode dell’ordine legale, diventando un antagonista seppure non ne abbia mai le caratteristiche. Considerata la follia che coglie i due fratelli, ovviamente la colpa diviene peggio della punizione, non possiamo trovare empatia con loro nel racconto come allo stesso modo il distacco emotivo del collega ce lo allontana; tutto si risolve nell’osservazione dei comportamenti di situazioni limite che fa di Blood uno dei tanti esponenti senza particolare originalità del genere, ma trova il suo interesse nella triangolazione inaspettata: le rivalità non sono mai anticipate, sembra anzi sussistere sempre una cordialità tra i tre. Un rapporto che si condensa tutto al maschile – dato anche che con il femminile i tre mostrano diverse inibizioni relazionali – in cui il piacere della comunione famigliare rimane di facciata per essere piuttosto confronto personale con i propri demoni, e infine un castigo primariamente interiore.
Blood [id., Gran Bretagna 2012] REGIA Nick Murphy.
CAST Paul Bettany, Brian Cox, Mark Strong, Stephen Graham.
SCENEGGIATURA Bill Gallagher. FOTOGRAFIA George Richmond. MUSICHE Daniel Pamberton.
Thriller, durata 92 minuti.