Niente vi salverà questa notte
Lo sapevate che il Natale rende la gente pazza? Tutti alla frenetica ricerca della propria porzione di felicità, ingordi, assuefatti da cibo, vino, canzoni, euforia e stress, col rischio di esplodere al minimo tocco. Ma pochi ricordano che c’è qualcuno che tutto vede e considera, qualcuno che conosce le buone azioni e i peccati di tutti noi, un essere onnisciente che non è il caso di stuzzicare troppo.
È la vigilia di Natale in una piccola cittadina del Winsconsin: mentre tutti si preparano per l’annuale sfilata dei Babbo Natale per le strade del centro, un misterioso assassino fa incetta di vittime tra gli ignari abitanti. Come tessere di un puzzle le morti si compongono, un’insensata efferatezza come comune denominatore, solo grosse impronte insanguinate come unica pista. Silent Night di Steven C. Miller è una favola nera: i bei pacchi dono marcano le vittime designate, le luci colorate strangolano a morte, la candida barba si tinge di scarlatto. Aspettarsi un capolavoro di alta tensione è cosa vana. Vedere il re del Natale torturare e uccidere, saltando fuori da dietro una porta, quando la luce si accende all’improvviso, mentre ti afferra arrivandoti alle spalle, fa il suo dannato effetto. Ma al settimo omicidio la formula si ripete sempre uguale, il suo arrivo si sente nell’aria, profumo di zucchero e sangue. Allora bisogna stare dalla parte del cattivo, abbracciare il suo credo per epurare il mondo dalla lussuria, da vizio, superbia, gola? Impossibile, il killer è una maschera senza voce, solo respiro e forza bruta, fiuta il peccato e lo annienta per poi ricompensare i giusti. È un’ombra, agisce in piena luce senza essere visto, non sembra reale, solo un incredibile incubo. Spostiamo lo sguardo allora verso chi tenta di ristabilire l’ordine: Jamie King interpreta il vicesceriffo Aubrey Bradimore, una tipa tosta che cade e sa rialzarsi. Purtroppo la dolce e coraggiosa eroina è del tutto incapace di mantenere vivo l’interesse nello spettatore, mischiando momenti di crisi personale a incertezza nel procedere con le indagini fino ad attimi di pura follia in cui sembra svegliarsi dal torpore natalizio e diventare finalmente la protagonista desiderata. Peccato che siano solo brevi lampi di luce, del tutto inutili. Scavando fino in fondo, cosa rimane dunque del lavoro di Miller? C’è il ricordo di chi è venuto prima di lui: Natale di sangue di Charles E. Seiller Jr., del 1984, da cui Silent Night trae ispirazione senza la pretesa di narrarlo nuovamente, acciuffando gli spunti giusti per creare una storia vicina ma non identica. Ci sono gli omicidi, armi diverse, ognuno con la sua dose di oscuro umorismo, tutti fedeli ad una edulcorata linea gore, fantasiosa certo ma incapace di esplodere come dovrebbe. In definitiva, Silent Night merita almeno una chance, forse solo per assistere al duello tra un burbero Malcom McDowell e un Babbo bastardo armato di lanciafiamme.
Silent Night [id., Canada/USA 2012] REGIA Steven C. Miller.
CAST Jamie King, Malcom McDowell, Donal Logue, Ellen Wong, Andrew Cecon, John B. Lowe.
SCENEGGIATURA Jayson Rothwell. FOTOGRAFIA Joseph Withe. MUSICHE Kevin Riepl.
Horror/Thriller, durata 94 minuti.