SPECIALE VITE IN MUSICA
C’era una volta… a Dublino
Certi incontri accadono solo una volta nella vita: la chimica improvvisa di un incontro imprevisto per strada, lo scambio di quattro timide parole in mezzo ad una folla indifferente.
Da una parte c’è lui, trentenne aggiustatore di aspirapolvere che arrotonda suonando la chitarra per le vie di Dublino (o viceversa) nella speranza, mai doma, di poter un giorno sfondare nel mondo della musica. Dall’altra c’è lei, giovane giovanissima immigrata ceca con figlia e madre a carico, venditrice ambulante di rose e riviste. Anche lei è una musicista (classica), che ha dovuto abbandonare gli studi una volta lasciato il proprio Paese. Figura esile, viso da bambina ma atteggiamento maturo, di chi ha dovuto provare sulla propria pelle le spigolosità della vita in anticipo sui tempi e sull’età. “Lui” e “Lei” perché i due protagonisti non hanno nome, così come non ha nome il rapporto che tra loro si instaura, fatto inizialmente di quieta diffidenza, di lenta scoperta reciproca, di condivisione per un amore finito male. Tutto sembra filare liscio, eppure… eppure un sottile velo di malinconia ammanta tutto, forse la consapevolezza che il loro incontro sia stato sì una felice casualità, ma destinata a non durare. Difficile definire Once, film fatto di canzoni senza essere un musical, ripreso come cinema-verità senza essere apertamente un documentario. Sono questi due gli elementi che fanno la forza della pellicola, girata in tempi ed economia ristretti: una ballata intimista recitata da due semi-sconosciuti (cinematograficamente parlando, nella realtà Glen Hansard suona col gruppo The Frames mentre Markéta Irglová è una polistrumentista di origine ceca) che sembra filmare la vita in itinere, e non per conseguenza di una sceneggiatura, cui fanno da contrappunto struggenti musiche originali che di fatto “costruiscono” la storia. Non una semplice colonna sonora, ma un elemento imprescindibile della narrazione. Falling Slowly (che ha vinto l’Oscar) e If You Want Me, When Your Mind’s Made Up e Fallen From the Sky sono melodie che sostituiscono le parole e le dichiarazioni d’amore. La love story che retoricamente dovrebbe nascere resta solo sussurrata, pudicamente abbozzata, in bilico come spesso ci lascia l’imprevedibilità delle cose e del destino. La tenerezza può anche farsi dolore, il sentimento può anche lasciarci l’amaro in bocca. A qualunque livello la si legga – cronaca di un amore mancato, descrizione del passaggio all’età adulta o semplice rappresentazione di un’amicizia – Once è un’opera che fa bene all’anima e che vorremmo non finisse mai, nel momento in cui la cinepresa si allontana lentamente dal primo piano della pianista nel suo appartamento. E capiamo che è già tempo di congedarsi, con le lacrime agli occhi, da questo piccolo racconto di grande Cinema.
Once – Una volta [Once, Irlanda 2006] REGIA John Carney.
CAST Glen Hansard, Markéta Irglová, Hugh Walsh, Gerard Hendrick, Alaistair Foley.
SCENEGGIATURA John Carney. FOTOGRAFIA Tim Fleming. MUSICHE Glen Hansard, Markéta Irglová.
Drammatico/Musicale, durata 90 minuti.