Vexata quaestio: non tanto perché, ma per chi raccogliere e studiare film amatoriali?
La risposta più immediata è anche la più bizzarra: gli alieni. Pensiamo a una catastrofe nucleare. Protetti dalle pareti del bunker in cemento armato dell’Associazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia, i film amatoriali divengono l’unica testimonianza della vita quotidiana del ventesimo secolo.
Che cosa tramanderebbero le loro immagini a un manipolo di alieni giunti per caso sulla Terra? E ancora: che cosa potrebbero intuire gli alieni confrontando i film conservati con le loro rielaborazioni?
Al fine di rendere i materiali amatoriali accessibili anche al pubblico alieno, negli ultimi due anni Home Movies ha definito, insieme alla casa di produzione Kiné, modalità di rielaborazione i cui obiettivi afferiscono all’integrazione dei materiali all’interno di sistemi narrativi complessi. Grazie a questa partnership sono nati i progetti di Formato ridotto (a cura di Home Movies, 2012), Anita (Luca Magi, 2012), Il treno va a Mosca (Federico Ferrone, Michele Manzolini, 2013) e Vacanze al mare (Ermanno Cavazzoni, 2013). Ogni film presenta caratteri peculiari: Formato ridotto va considerato come un film corale al cui interno le sensibilità di autori come Enrico Brizzi, Ermanno Cavazzoni, Emidio Clementi, Ugo Cornia e Wu Ming 2 (coordinati da Antonio Bigini, Claudio Giapponesi e Paolo Simoni) stabiliscono una “dialettica a distanza”; Anita è la mise en figure di un trattamento di Federico Fellini e Tullio Pinelli: al centro del lavoro di Magi è il rapporto tra le “dinamiche figurativo-intensive” delle immagini amatoriali e le “dinamiche narrativo-estensive” di un road-movie ambientato nell’Italia centrale; Il treno va a Mosca, situandosi tra il resoconto di viaggio e l’indagine storica, si occupa della fine dell’utopia per un gruppo di militanti comunisti di Alfonsine (Ravenna); Vacanze al mare, infine, si configura come una sorta di spin-off dell’episodio Il mare d’inverno presente in Formato ridotto: Cavazzoni prosegue qui la sua fenomenologia del comportamento balneare.
Al di là delle loro specificità, questi film perseguono un obiettivo comune: la dialettica di sensibilità opposte. Da un lato il rigore archivistico, dall’altro la libera interpretazione di autori dallo stile ben definito: lo scontro porta l’archivio a presentarsi come condizione di possibilità della narrazione, come nucleo di virtualità per un infinito numero di racconti filmici. Ciò sarà possibile anche quando noi non ci saremo più. Anche quando gli alieni osserveranno stupiti le bobine di diacetato e di triacetato di cellulosa a cui abbiamo affidato la memoria dello nostra quotidianità e i film che, grazie a essi, sono stati elaborati.