SPECIALE GRAND THEFT AUTO V
Tre storie per una Storia
La serie di Grand Theft Auto è stata la prima vera esperienza sandbox a penetrare il grandissimo pubblico, nello specifico rese popolare una formula che svincolava il giocatore nel seguire i binari fissi di una storia. L’ordine delle missioni era deciso dal giocatore, mentre l’evoluzione narrativa dei singoli personaggi veniva aggirato da un intreccio che solo in certi punti vedeva incrociare le varie storie. Ma superata l’apparente libertà d’approccio, mostrava di essere costruita attraverso una struttura a blocchi segnati generalmente da plot point.
Crollo e risalita dell’eroe all’interno di un percorso malavitoso, GTA è visto come un simulatore di vita criminale nel quale l’obiettivo è sempre stato l’avere, un guadagno che porta la tranquillità nel giocatore di fare poi quello che si vuole (il famoso “giocazzeggio”). Un percorso contrastante dove il “di più”, come piacere videoludico, si scontra con un mondo disumanizzante, nel quale la regola capitalistica non si differenzia nelle soglie tra legalità e illegalità. Mondi che si confondono, raggiungendo l’apice narrativo malinconico e disumanizzante in GTA IV.
GTA V mantiene un percorso narrativo invariato se non fosse che non si è più legati a un solo protagonista, ma alla possibilità di giocare continuamente a tre personaggi, tutti ugualmente al centro della stessa vicenda, ma con archi narrativi differenti: Michael, ex-rapinatore in qualche modo uscito dal giro, si scontra con i problemi più banali della vita famigliare; Trevor, un pazzo scatenato, delinquente non per soldi ma per piacere; Franklin, il novellino, in cerca dell’opportunità che lo porti fuori dal ghetto. Tre archi narrativi, appunto, chi alla fine, chi perennemente all’apice e chi è all’inizio. Questa tripartizione è particolare perché inibisce il piacere dell’accumulo da sempre centrale nella serie per scontrarsi con bisogni e disponibilità economiche differenti. facendo sì che non ci si leghi mai troppo alle vicende di un solo personaggio. E’ in questo che il messaggio anticapitalista diviene effettivo in GTA V, non più proporzionale al racconto, limitandosi a prendere in giro le relazioni tra enti governativi. L’obiettivo del giocare a GTA è inibito anche da un rapporto con i soldi meno concreto – solo a volte, alla fine di una missione, vi spetterà un compenso – concentrando tutti i ricavi sulle grandi rapine ma soprattutto al gioco strategico in borsa, il vero metodo per fare tanti soldi in poco tempo.
Ma la domanda che rimane è: se questa tripartizione diventi effettiva anche nella narrazione, se la storia muti in base alla prospettiva scelta, e la risposta è no. Tutto porta alla scelta di tre finali cui lo spettatore è ben conscio nel momento di scegliere quale affrontare, i differenti approcci alle missioni sono un modo per renderle più varie ma senza sostanziali variazioni alla trama. Il progressivo proseguo delle tre storie porta anche all’assenza di un senso di dispersione nelle attività da compiere, tipica in alcuni sandbox, nel quale tutto segue una logica graduale e filtrata. GTA V in questo senso raggiunge un perfetto equilibrio tra percezione di realtà e dispersività della stessa, inibendo allo stesso tempo il piacere economicamente sadico della serie; non rischiando mai nulla sotto il profilo narrativo, in GTA V i tre punti di vista divengono divertiti racconti intrecciati delle varie parabole di uno stralunato capitalismo criminale.
Grand Theft Auto V [id., USA 2013] SVILUPPATORE Rockstar North.
DISTRIBUTORE Rockstar Games, Take Two. PIATTAFORME Playstation 3, X-Box 360.
Open World/Azione/Guida/Avventura.