Trieste Film Festival, Trieste, 17-22 gennaio 2014
Il cinema e l’odissea economica greca
In una Atene provata dalla crisi, il padre di Myrta si dilegua per evitare l’incarcerazione per insolvenza monetaria. Lei allora decide di farsi giustizia da sé e rapisce il figlioletto dell’imprenditore che reputa responsabile dei debiti familiari.
Riempie il cuore di amara tristezza la visione di The Daughter, terza riuscita opera di Anastopoulos. Un film che trae palesemente spunto dalla crisi economica che attanaglia i luoghi natali di filosofi del calibro di Platone, di fini cesellatori di versi come Omero e del visionario Eratostene, lo scienziato ellenistico capace di misurare accuratamente la circonferenza terrestre millenni prima dell’avvento delle esplorazioni spaziali. Risulta effettivamente difficile evitare di chiedersi come sia possibile che delle congetture economiche, per quanto pessime, e un grosso debito pubblico siano riusciti a far cadere così in basso una nazione che vanta un incredibile passato glorioso come quello della Grecia. Sono ancora troppo ben impresse nella memoria le immagini delle proteste della popolazione ellenica scesa massicciamente in piazza e rimbalzate poi nei tg di tutto il mondo per non intravedere nei tristi occhi della giovane Myrta, oltre alla sua delicata situazione personale, pure il riflesso di un intero popolo estremamente orgoglioso della propria patria ma stanco di doversi misurare con i ripetuti fallimenti politici e l’indigenza. Proprio come la collettività greca si meriterebbe di potersi dedicare anche a questioni più leggere, così pure l’acerba protagonista dovrebbe trascorrere la sua adolescenza intrattenendosi con attività più consone alla sua età anagrafica invece di interessarsi ai meccanismi speculativi globali, tematiche che persino i grandi faticano anche già a immaginare, figuriamoci a capire. Ma gli adulti che circondano la ragazza sono troppo distratti per capire il suo senso di smarrimento e allora lei soddisfa il perenne bisogno di una figura familiare più solida calandosi camaleonticamente nei panni del genitore latitante. Concede persino delle chance di rimediare all’inganno finanziario al presunto responsabile dell’accumularsi dei debiti di famiglia ma in cambio riceve solo indifferenza. Anche se i modi di agire di Myrta si rivelano spesso impulsivi e inadatti a ottenere il risultato desiderato, la storia raccontata invita la collettività greca a non scoraggiarsi e a sperare in tempi migliori. Un messaggio rivolto pure a tutti i giovani europei in cerca di un occupazione, che dai sondaggi purtroppo sappiamo essere sempre più sfiduciati dall’oppressiva situazione dell’immobile mercato lavorativo. Un’opera particolare, che a tratti ricorda il genere poliziesco e dove la Alimani riesce costantemente a illuminare la scena persino quando si comporta da villain: vederla emergere scapigliata da un edificio in fiamme fa pensare ad un’altra enfànt prodige, la Ryder del oramai datato Schegge di follia. Una somiglianza interpretativa che fa ben sperare poiché l’attrice greca, nonostante la giovane età, riesce già abilmente a rubare la scena ai colleghi co-protagonisti che vantano maggiore esperienza sotto i riflettori.
The Daughter [I kori, Grecia/Italia 2012] REGIA Thanos Anastopoulos.
CAST Savina Alimani, Aggelos Papadimas, Ieronymos Kaletsanos, Theodora Tzimou.
SCENEGGIATURA Thanos Anastopoulos, Vassilis Giatsis. FOTOGRAFIA Elias Adamis.
Drammatico, Durata 87 minuti.