In diretta dal Tg1
La storia accesa – 60 anni di Tg, andato in onda il 3 gennaio, festeggia l’avvio delle trasmissioni Rai, giunte al sessantesimo compleanno. Il documentario di Speciale Tv7 è una sintesi visiva molto efficace che, attraverso i telegiornali, racconta i principali fatti avvenuti tra il 1954 e il 2013.
Le sigle dei vari Tg – anche loro parte di un’epoca – cadenzano il susseguirsi dei vari servizi: le immagini di repertorio sintetizzano, anno dopo anno, gli eventi cardine che hanno segnato la storia. L’inizio è un bianco e nero gioioso: la prima partita in diretta, storico 5-1 degli Azzurri sull’Egitto, il lancio dello Sputnik, le olimpiadi invernali di Cortina. Lo scandalo de La dolce della vita, che dà inizio agli anni ’60, si lascia alle spalle le memorabili immagini dell’invasione dell’Ungheria. La selezione delle notizie, per ovvie ragioni, risulta parziale, ma prevale più l’evoluzione della guerra fredda – tra elezioni presidenziali americane e il disfarsi dell’Urss – che la costruzione dell’Unione europea, eccezion fatta per i trattati di Roma e l’entrata in vigore della moneta unica. La carrellata è travolgente nel mostrare nascita e crollo del Muro; ascesa e pena capitale di Saddam, Gheddafi, Bin Laden; nel passare dalle bombe del Vietnam e del Kuwait; nell’immortalare il carrarmato di Piazza Tienanmen e le fumate bianche di Piazza San Pietro, a scroscio di edizioni ordinarie e straordinarie. E mentre l’Italia si inoltra negli anni ’70, il tono varia. Scorrono le immagini del Vajont, del Belice, del Friuli. È l’ora delle stragi: Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Bologna. La tv è già a colori quando un giovane Bruno Vespa, inviato del neonato Tg1, mostra l’auto crivellata di Aldo Moro. Ai fatti di casa nostra (il divorzio, il Circeo, Ustica) seguono i processi di Cosa Nostra: tangentopoli, via D’Amelio, Capaci. Immagini di cronaca e sangue che per tutta la durata della trasmissione mantengono un dialogo costante con lo spettatore e abbracciano i ricordi di varie generazioni, stuzzicando la memoria individuale di chi quei fatti li ha vissuti e li rievoca a un solo sguardo. Il ritmo delle notizie colpisce. Il montaggio serrato degli ultimi vent’anni è sintomo dell’accelerazione del nostro tempo. E la televisione si adegua, mentre mostra discese in campo e decadenze, torri che crollano, dimissioni papali, disastri ambientali. Assange è l’emblema del nuovo: la tv, un tempo monopolio dell’informazione, ora divide il privilegio.