SPECIALE CORMAC McCARTHY
Trasfigurazioni sociali
La prima sceneggiatura “ufficiale” di Cormac McCarthy ad essere divenuta film è stata The Gardener’s Son, scritta su richiesta del regista Richard Pearce per realizzare un episodio di Visions, serie tv composta da 26 episodi totali.
La trama segue le vicende di due famiglie, una di “proletari” e l’altra di “capitalisti” ante litteram, che si oppongono lentamente ed inesorabilmente nelle figure dei due figli. Robert McEvoy è vittima fisica e morale del mulino in cui lavora con la sua famiglia, di proprietà della nemesi James Gregg. Dopo essersi allontanato dalla piccola cittadina, Robert vi fa ritorno per scoprire che il padre è stato privato dall’amato lavoro di giardiniere e che la defunta madre è stata sepolta nella proprietà aziendale. Accecato dalla rabbia e al grido di “Mia madre non appartiene alla fabbrica”, il suo confronto con James darà una tragica svolta agli eventi. Il film è ambientato in Carolina del Sud subito dopo il termine della Guerra Civile. Di fatto però i temi esposti cavalcano una discussione sociale e lavorativa in auge negli anni ’70 del secolo successivo e in Europa più che oltreoceano. Ecco quindi come McCarthy trasfigura un tratto della propria epoca in un’ambientazione diversa. Al di là della retorica sociale che a tratti emerge, il film risente di una dimensione statica, quasi teatrale, che suddivide spazi e personaggi secondo quadri ben diversificati. I costumi e i dettagli vengono investiti di significati e di rimandi: così un fazzoletto dato in dono vorrebbe unire due mondi diversi, se non fosse rifiutato a vantaggio di ben più modesti abiti. Quello che sembra premere di più ai realizzatori non è tanto sottolineare il divario di status sociale tra due ceti legati da uno sfruttamento a senso unico, quanto evidenziare il processo con cui l’opposizione che culmina in Robert e James emerge. Come il continuo macchinìo della fabbrica, anni di retorica e problemi si stratificano fino a creare scontri e faide familiari che si inaspriscono di generazione in generazione. La chiave di volta della sceneggiatura sta nei personaggi che, nella prima parte del dramma, sono meno presenti in scena, come a voler indicare quanto le loro azioni siano frutto di una spirale di problemi lunga anni. L’unica risposta alle dinamiche sociali in atto potrebbe essere la finale “piazzata” del padre di Robert.
The Gardener’s Son [id., USA 1976] REGIA Richard Pearce.
CAST Penelope Allen, Anne O’Sullivan, Kevin Conway, Brad Dourif, Jerry Hardin.
SCENEGGIATURA Cormac McCarthy. FOTOGRAFIA Fred Murphy.
Drammatico, durata 115 minuti.