SPECIALE CORMAC McCARTHY
Tradizione in via d’estinzione
Esistono luoghi nei quali si può toccare il cielo con un dito. Ne è più che convinto John Cole, un giovane texano cresciuto con il nonno nel ranch di famiglia e deciso a preservare a tutti costi quel loro angolo di paradiso.
Quando la madre, divenuta l’unica erede della proprietà, vende tutta la loro terra alle compagnie petrolifere in cambio di una lauta offerta John, incapace di rassegnarsi alla prospettiva di trasferirsi in città, parte a cavallo col fido amico Lacey sperando di trovare lavoro in Messico. A metà strada incontrano il piccolo Jimmy, tanto abile con il lazo quanto incline a mettersi nei guai, che poi perdono di vista poco dopo aver guadato il Rio Grande. Essendo dei mandriani estremamente capaci riescono facilmente a farsi assumere presso l’hacienda del facoltoso Don Rocha, dove la bella figlia di questi finisce per innamorarsi di John. Ma una notte la polizia messicana li arresta senza dare troppe spiegazioni. Passione ribelle sembra non volersi soffermare troppo né sui dialoghi, che in certi passaggi risultano telegrafici, né sui particolari degli snodi fondamentali della vicenda raccontata che così restano oscuri per chi non conosce la trilogia che ha ispirato il film. Fortunatamente pare però pure non temere eccessivamente i giudizi negativi e così fin dai primi fotogrammi mostra schiettamente ciò a cui aspira: essere una rivisitazione moderna delle storie avventurose del Wild West, dove naturalmente non manca l’onnipresente tematica del viaggio all’auto-scoperta di sé attraverso la natura amica/nemica dei classici del genere. Una missione che il film compie pienamente quando interpreta alla perfezione l’aspra quotidianità della gente che popolava i suggestivi paesaggi semi-desertici fatti di flemmatiche greggi e di fragili pinnacoli di roccia rossa che sfidano impavidi le intemperie climatiche. Immagini nostalgiche del mito indissolubile della frontiera americana, il cui lirismo bucolico è sottolineato magistralmente da un magnifico commento musicale – meritatamente nominato ai Golden Globes – che alterna momenti di rispettosa ispirazione folk e mariachi, a quanto pare sufficientemente evanescente già negli anni Quaranta tanto che John deve recarsi all’estero per ritrovarlo e continuare a vivere in un mondo fatto di cavalcate a perdifiato nella prateria. Non è una casualità se si pensa che la specie equina, elemento fondamentale dell’economia sia dei coloni che dei nativi e presente anche nel titolo originale del film, prima di essere introdotta dai conquistadores era sconosciuta nelle Americhe.
Passione ribelle [All the Pretty Horses, USA 2000] REGIA Billy Bob Thornton.
CAST Matt Damon, Henry Thomas, Lucas Black, Penélope Cruz.
SCENEGGIATURA Ted Tally (dal romanzo Cavalli selvaggi di Cormac McCarthy). FOTOGRAFIA Barry Markovitz. MUSICHE Marty Stuart, Larry Paxton, Kristin Wilkinson.
Western/Drammatico, durata 116 minuti.