Iper-realismo
Cate è una bambina che vive nei problematici sobborghi sardi, in cui droga e depravazione la fanno da padroni. La sua famiglia è altrettanto problematica: un fratello eroinomane, una sorella ragazza-madre e un padre dedito alla prostituzione minorile.
Salvatore Mereu riprende in Bellas Mariposas l’omonimo racconto di Sergio Atzeni, il racconto di una ragazzina che sogna di diventare una cantante, mentre cerca di passare una giornata con l’amica Luna, per dimenticare, o semplicemente vivere con leggerezza, l’abominio che la circonda. A presentarci i personaggi, le situazioni e le dinamiche sociali esistenti è una voce narrante (ora over, ora in) che appartiene proprio alla piccola protagonista. Attraverso i suoi occhi vediamo il suo mondo, tanto da scoprire uno sguardo già smaliziato e navigato, incapace ormai di stupirsi o indignarsi di fronte a niente. Primi piani e sguardi in macchina insistenti costituiscono la guida che ci conduce lungo questo giorno di spensieratezza, in cui resta evidente quanto sia impossibile la comunicazione tra Cate e il mondo benestante (la sposa, per esempio). E neppure allontanandosi da casa Cate e Luna riescono a scrollarsi di dosso quel mondo (adulto) disgustoso, come se un’aura di cupezza incombesse sulle loro esistenze, nonostante non ci siano nuvole in cielo. Il film sfrutta a pieno immagini e parole forti, oltre ad una parlata a tratti al limite dell’intelligibilità. Così Bellas Mariposas si inserisce in una serie di titoli che, a partire dalle didascalie di Gomorra, si stanno moltiplicando nel cinema italiano. In nessun modo comunque si intacca la forza con cui un universo gretto e irrazionale viene reso sullo schermo, arrivando come un pugno in pieno viso. Non si risparmiano infatti dettagli ripugnanti, da un punto di vista sia intellettuale, che morale, che fisico. Insomma, Mereu non vuole proteggere gli spettatori da nessuno degli aspetti della vita familiare (pur fittizia) della protagonista, facendo tirare un sospiro di sollievo solo al momento della sua disgregazione. La scomparsa del padre di Cate e il contestuale arrivo di Luna in famiglia rendono per la prima volta possibile consumare un pasto tutti uniti intorno a un tavolo e sopportare lo scorrere delle giornate. Si segna così l’affermazione di un nuovo equilibrio, trovato cercando di dimenticare e sorpassare una quotidianità abominevole.
Bellas Mariposas [Italia 2012] REGIA Salvatore Mereu.
CAST Sara Podda, Maya Mulas, Davide Todde, Micaela Ramazzotti.
SCENEGGIATURA Salvatore Mereu (tratta dall’omonimo racconto di Sergio Atzeni). FOTOGRAFIA Massimo Foletti. MUSICHE Balentes.
Drammatico, durata 100 minuti.