SPECIALE PAOLO VIRZÌ
Viaggi e miraggi
Si parla del Capitale umano come del film “americano” di Paolo Virzì, ma invece quello che è ambientato per davvero negli Stati Uniti, con tanto di protagonista che cammina da solo e sconsolato per le strade innevate, è My Name is Tanino.
Commedia fresca, racconto di formazione, com’era già Ovosodo, e di viaggio, segue un antieroe, uno sfigato di buon cuore, nel suo peregrinare senza una vera meta. Partito dalla siciliana Castelluzzo, studente di scienze della comunicazione e aspirante filmmaker che ignora Fellini, Tanino Mendolia è una sorta di Candido volterriano, un simpatico ingenuo dallo sguardo stralunato. Come succede raramente, la voice over di Tanino, che racconta retrospettivamente via e-mail all’amico Giuseppe le sue avventure, non risulta affatto ridondante, ma raccorda con efficacia i tre atti del film, che inizia, infatti, in Sicilia, prosegue nel Rhode Island e termina a New York. Dopo aver scoperto che la madre vedova ha una relazione con il poco gradevole Basilio e con la paura di partire per il militare, Tanino fugge nel Rhode Island, intenzionato a rivedere la studentessa d’arte Sally (Rachel McAdams, al suo esordio al cinema), con cui l’estate precedente ha avuto un flirt. Si ritrova, però, ospite indesiderato della famiglia della ragazza, descritta da Virzì con precisione e ironia nella sua informale formalità, anche se gli eccessi del padre di Sally possono sembrare poco credibili. La scena a letto con la signora Leslie, la madre di Sally, non sfocia nell’erotico, anzi con uno stacco di montaggio ci si accorge che la donna si limita ad accarezzare solo la mano di Tanino. Particolarmente esilaranti le sequenze con Angelina, la figlia obesa del sindaco corrotto di Seaport, con cui Tanino si fidanza per interesse, seguendo le indicazioni di Angelo Maria Li Causi, a capo della delegazione della famiglia definita da Tanino una “succursale psichedelica di Castelluzzo”. Si tratta, più semplicemente, dei classici mafiosi italoamericani, da cui Tanino cerca più volte di scappare, ma finisce spesso dalla padella alla brace. Nei momenti di crisi, sviene e con la mente torna nella sua Sicilia, viaggiando nel passato, nell’infanzia. Sono sequenze non sempre riuscite, se non altro per la differenza di tono con il resto del film, ma che non rovinano la riuscita complessiva del film di un regista mai presuntuoso, con il raro dono della leggerezza.
My Name is Tanino [id., Italia/Canada 2002] REGIA Paolo Virzì.
CAST Corrado Fortuna, Rachel McAdams, Frank Crudele, Licinia Lentini, Barry Flatman.
SCENEGGIATURA Francesco Bruni, Francesco Piccolo, Paolo Virzì. FOTOGRAFIA Arnaldo Catinari. MUSICHE Carlo Virzì.
Commedia, durata 100 minuti.