SPECIALE PAOLO VIRZÌ
Crescere nel cuore di una madre
Quarant’anni di una relazione e di un sentimento mai pienamente concretizzati, fra Anna (Ramazzotti/Sandrelli), bellissima mamma in balìa degli eventi, e il suo figlio Bruno (Mastandrea), serio e malinconico, al punto da interrompere il rapporto con la madre per alcune maldicenze. In mezzo, un mondo di affetti e di ricordi chiusi dentro il significato della canzone di Nicola Di Bari che dà il titolo al film.
Nel lungo percorso attraversato e scandagliato da Virzì attraverso una provincia italiana carica, in egual misura, di valori e disillusioni, i due fratelli accecati dal troppo materno, Bruno e Valeria (Pandolfi) sono facce di una storia sbagliata. Che Virzì sia il più importante interprete contemporaneo della commedia d’autore in Italia non è cosa nuova, semmai sorprende la capacità crescente di dare spazio, oltre al divertente vernacolo e alle leggerezze dell’infanzia, al dramma di intere generazioni. Come nel precedente Tutta la vita davanti e nel successivo Tutti i santi giorni, i personaggi di La prima cosa bella sono schiacciati da una mano invisibile e gigante dalla quale cercano di uscire attraverso la buona volontà e la forza del ricordo. Nella mappa sentimentale di Virzì, tra la relazione-lampo dei due ragazzini di Ovosodo e l’impossibilità di un nucleo familiare di Tutti i santi giorni, apici non casuali di una maturazione stilistica e linguistica, La prima cosa bella fa da “punto zero”, da Big One, un terremoto atteso da anni che finalmente si verifica. Questa famiglia disfunzionale, formata da una madre dolce e ingenua e da due figli protetti sotto le sue ali, attraversa l’Italia come un proiettile, esplodendo in tre pezzi mai lontani abbastanza per separarsi. Come in un Big Fish espunto del realismo magico, il protagonista si allontana dal genitore riavvicinandosi solo nei suoi ultimi momenti di vita per riscoprirne il valore, al di là delle storie. Resterà impressa la sequenza che collega passato e futuro sulle note di Nicola Di Bari, cantate da Malika Ayane, dove la prima cosa bella, ovvero lo sguardo innamorato di una madre che si rispecchia negli occhi dei figli, riaffiora dopo anni di letargo, spezzando le catene del rifiuto e del pensiero critico. Anna, Bruno e Valeria, vertici drammatici di incredibile spessore stretti dentro matrimoni impossibili o semplicemente monotoni, sopravvissuti proprio grazie a questo cuore condiviso che pulsa nei sotterranei della vita. Il film di Virzì, in sintesi, è proprio questo: il sentimento che vince la ragione, un tuffo in mare sognato per quarant’anni.
La prima cosa bella [Italia 2010] REGIA Paolo Virzì.
CAST Micaela Ramazzotti, Stefania Sandrelli, Valerio Mastandrea, Claudia Pandolfi.
SCENEGGIATURA Paolo Virzì, Francesco Bruni, Francesco Piccolo. FOTOGRAFIA Nicola Pecorini. MUSICHE Carlo Virzì.
Drammatico, durata 116 minuti.