A PROPOSITO DI… BOXE AL CINEMA
La favola di un coraggioso miserabile
“Non ho sempre perso, non perderò per sempre”, su questo credo si modula la ballata epica e disperata di James J. Braddock/Russell Crowe, raccontata da Ron Howard in Cinderella Man – Una ragione per lottare, presentato fuori concorso a Venezia 2005.
Il cineasta narra la storia vera del pugile che dalla polvere ritorna sull’altare; padre di famiglia, marito amorevole, Russell Crowe, in pieno spolvero, dà corpo al bulldog, all’uomo ferito, alla Cenerentola. L’attore, in stato di grazia, rappresenta il percorso di rinascita di un uomo in balia della vita e dei suoi drammi, figlio di un’America, ancora, nonostante tutto, capace di dar forma ai sogni. Sul ring non c’è solo il corpo a corpo, la propria pelle violentata, lacerata, scorticata, ma anche l’intera America che prende le fattezze, le carni, le ossa di Braddock, animato da rabbia e amore per quella Madre disperata, ferita e umiliata dalla Grande Depressione, dalla povertà, dalla mancanza di lavoro. Come Lei è in ginocchio, étoile “zoppa” incapace di andare a tempo, grembo sterile per i suoi figli, mancata garante del diritto al lavoro, così Braddock è pallida immagine di se stesso, colpi a vuoto, difesa bassa, faccia in attesa di pugni, mano fratturata, tremante e traditrice del suo proprietario proprio nel momento in cui dovrebbe essere ferma, forte, intrepida, rabbiosa. L’America come Braddock, Braddock come l’America. Crowe indaga questo fragile totem, mettendo a servizio del personaggio il suo carisma, la sua virilità, la sua dolce prepotenza. Il ring, come spesso capita nei film di questo genere, diventa metafora dell’esistenza umana, c’è chi incassa e chi colpisce, chi soccombe e chi, traballando, si rialza. Povero in canna, senza luce, marito e padre frustrato, non si dà per vinto e aspetta che la ruota giri, ritornerà il suo momento. La si chiami fortuna, speranza, miracolo, il pugile ha la sua seconda possibilità. La Cenerentola, corpo “nervoso”, fisico prestante, pronta per il ballo, si cimenta in una danza virile e testosteronica, tutta sangue, sudore e lacrime, non si dà per vinta, resiste al dolore, alla rassegnazione, alla povertà. Cinderella Man, fratello di Million Dollar Baby e di The Wrestler, padre di The Fighter, pur cavalcando l’onda del già visto e, a volte, quella del melodramma, si fa amare grazie all’interpretazione intensa e vigorosa di Crowe, ma anche alla regia di Howard viva e vibrante come un destro, che sicuramente dà il suo meglio nell’incontro finale dolente, teso e sanguinoso. Il perdente è ritornato, il poveraccio è diventato Eroe, non sappiamo per quanto, ma la favola è bella così. Eroe coraggioso e valoroso per tutte le mogli, per tutti i figli, per tutti gli amici, ma anche per tutti quei figli bastardi e disperati di una Madre Matrigna.
Cinderella Man – Una ragione per lottare [Cinderella Man, USA 2005] REGIA Ron Howard.
CAST Russell Crowe, Renée Zellweger, Connor Price, Paul Giamatti, Boy Banks, Craig Bierko.
SCENEGGIATURA Cliff Hollingsworth, Akiva Goldsman. FOTOGRAFIA Salvatore Totino. MUSICHE Thomas Newman.
Drammatico, durata 114 minuti.