Il cammino del ricordo
Esplosioni e spari in lontananza. Una folla stipata sul Porto di Alicante, attonita, silenziosa. È il 28 marzo 1939 e 15.000 persone si apprestano all’esilio. Con I solchi del destino, in libreria a partire da dicembre, Paco Roca tratteggia in china la Retirada republicana.
La guerra civile è giunta alla fine, i franchisti hanno occupato Valencia e Cartagena, repressione ed esecuzioni sommarie imperversano in tutta la Spagna. Per gli antifascisti non resta che un doloroso esodo in territorio francese. Una pagina drammatica di storia che Roca restituisce in tavole dal tratto lieve eppure dense nel contenuto. Sul filo della memoria di uno dei protagonisti, si ricompongono i destini di chi visse l’esodo in prima persona, affrontando una sorte spesso impietosa e sordide brutture cancellate dal tempo.
C’è tutta l’accuratezza di una lunga indagine dietro le pagine di questa graphic novel, edita in Italia da Tunuè. Un sapore documentario che emerge dai dettagli di cronaca o nel linguaggio asciutto dell’intervista. Ma c’è anche la profondità del racconto in prima persona, che fa luce sul passato con la chiarezza di uno sguardo umano, fatto di associazioni e salti temporali, con la disinvoltura narrativa cui Roca ci ha abituati. Come in Rughe, pluripremiata opera sull’esistenza di un uomo affetto da Alzheimer, passato e presente si intrecciano e si affiancano, qui distinti dal diverso trattamento del colore. Come ne L’inverno del disegnatore, con cui Roca illustrava la situazione degli autori di fumetti nella Spagna di Franco, la dittatura si rivela non tanto nella cronologia degli eventi quanto nell’impatto greve sulle vite dei singoli. Dalla partenza disperata su una nave troppo gremita, le storie di Miguel e dei suoi compagni attraversano gli anni bui della seconda guerra mondiale e l’organizzazione della Resistenza francese. Al precipitare degli avvenimenti, alla concitazione di azioni e parole, fa da contrappunto la quotidianità del presente, con un realismo che emerge pur nell’estrema sintesi stilistica. Il grado zero di un bianco e nero appena tratteggiato sembra aver perso ogni traccia di una Storia che sopravvive solo nel ricordo, del quale le persone sono le uniche depositarie. Perché, come sosteneva Antonio Machado nella poesia che dà il titolo all’opera: “Viandante, sono le tue impronte/ il cammino e nulla più/ Viandante non c’è un cammino/ la via si fa con l’andare/ Camminando si fa il cammino/ e girando indietro lo sguardo/ si vede il sentiero che mai/ si deve tornare a calpestare.”
I solchi del destino [Los surcos del azar, SPA 2013] TESTO E DISEGNI Paco Roca.
PUBBLICATO DA Tunué collana Prospero’s books.
Graphic novel, colore, 326 pagine.