SPECIALE HEIST MOVIE
Vivere il mio tempo
Ben si addice allo straordinario Heat la definizione di “slow action movie” che gli è stata affibbiata da Alessandro Borri, nella monografia dedicata a Michael Mann nel 2000: ‹‹in tempi di speed, mentre i botti del cinema neocatastrofico si fanno sempre più assordanti, Mann inventa lo slow action movie››. Il montaggio del film, infatti, è rapido solo nelle sequenze d’azione e in quelle concitate, ma è evidente il rifiuto della spettacolarizzazione della violenza.
In Heat, l’azione è fondamentale solo in quanto fa parte delle vite dei personaggi. Mann, infatti, non è interessato all’azione in sé, ma alle vite dei suoi antieroi. Per questo, si prende tutto il tempo che vuole (circa tre ore) per raccontare le storie mirabilmente intrecciate di personaggi in crisi che, invece, non hanno tempo, o non ne hanno abbastanza, perché il loro lavoro totalizzante, fosse anche il mestiere del crimine, come per Neil, rende la loro vita privata un disastro. Un tempo irreversibile come la morte, che nella percezione dello spettatore, risulta, invece, paradossalmente dilatato, rispetto ad altri film contemporanei, ma è solo perché in Heat Mann racconta ogni aspetto della vicenda nei minimi dettagli, realizzando un film di genere che è anche un affresco corale dell’esistenza e dei rapporti umani nella Los Angeles contemporanea. La coralità di Heat e la sua struttura narrativa non lineare richiedono allo spettatore una grande concentrazione, perché ogni inquadratura ha un senso, non tanto in sé, quanto come tessera di quel mosaico enorme e complesso che è il film. Il miracolo di Mann in Heat sembra essere quello di coniugare lo spessore umano dei personaggi del cinema classico con un sapiente intrecciarsi delle linee narrative, tutt’altro che tradizionale. Il confronto tra Vincent e Neil è senza dubbio il tema portante del film. Attraverso un sapiente utilizzo del tradizionale campo e controcampo, questo confronto assume una forma anche a livello linguistico. Il campo/controcampo più famoso del film è proprio quello con De Niro/Neil e Pacino/Vincent seduti uno di fronte all’altro. La scena testimonia il momento di massimo avvicinamento dei due personaggi, forse l’unico in cui sono davvero sulla stessa lunghezza d’onda, una tregua prima di scontrarsi violentemente. Le loro vite si intersecano fatalmente in questa sequenza di confronto delle rispettive debolezze, prima di allontanarsi definitivamente.
Heat – La sfida [Heat, USA 1995] REGIA Michael Mann.
CAST Al Pacino, Robert De Niro, Val Kilmer, Jon Voight, Ashley Judd.
SCENEGGIATURA Michael Mann. FOTOGRAFIA Dante Spinotti. MUSICHE Elliot Goldenthal.
Drammatico, durata 170 minuti.