SPECIALE FILM DI NATALE, II PARTE
“Santa Clause?” “Scott Calvin!”
Scott Calvin non è una cattiva persona, ma solo un padre assente perché immaturo e un uomo che vorrebbe trasmettere al figlioletto Charlie l’atmosfera magica del Natale pur non sentendola lui stesso.
Tutto sommato, un adulto come tanti, finché non fa accidentalmente cadere dal tetto Santa Clause in persona: per accontentare il figlio lo sostituisce, e quello che credeva essere un impegno temporaneo diventa ben presto il suo nuovo lavoro. Il film si propone di rispondere non tanto alla domanda “Chi è Santa Clause?”, quanto piuttosto “Come si diventa Babbo Natale?”. Il divertimento sta tutto nel vedere come lavora dietro le quinte il famoso vecchietto vestito di rosso, come decide la lista dei buoni e dei cattivi, perché in duemila e rotti anni di onorata carriera non abbia mai cambiato look. La riflessione, invece, è nel rispondere al perché ciò che da bambini è logico ed istintivo, crescendo diventi sciocco e da razionalizzare a ogni costo. Il tutto calato comunque della quotidianità di un padre lavoratore qual è Scott, che si trova improvvisamente alle prese con continue consegne da parte della Fed Ex e con la gestione dei suoi nuovi “impiegati”, ovviamente gli elfi, rinnovati nell’immaginario comune grazie all’idea geniale di farli interpretare da attori giovanissimi abbigliati con costumi tipici dei vari Paesi del mondo e capitanati dal simpaticamente isterico Bernard, braccio destro e voce della coscienza di uno Scott in fase di apprendistato. D’altro canto, per far assurgere un film “sul” Natale a film “di” Natale, ovvero quella pellicola cinematografica che non solo viene riproposta su piccolo schermo ogni dicembre ma viene pure attesa e seguita dai telespettatori per tradizione, ci voleva un mix tra concreto e fantastico. Tim Allen, mattatore sbalordito dapprima, ironico e incredulo poi, convinto e finalmente “Babbo” in tutti i sensi nel finale, si occupa di dare un corpo fisico alla leggenda, facendo scivolare elfi e magia anche in contesti del tutto concretissimi come una prigione. La questione di “vedere per credere” viene ribaltata in una famosa battuta non come la celebrazione di una creduloneria ingenua, ma come un atto di Fede verso qualcosa che non ha bisogno di essere provato concretamente per essere vero e giusto. Se non è Spirito del Natale questo…!
Santa Clause [The Santa Clause, USA 1994] REGIA John Pasquin.
CAST Tim Allen, Eric Lloyd, David Krumholtz, Judge Reinhold, Wendy Crewson.
SCENEGGIATURA Leo Benvenuti. FOTOGRAFIA Walt Lloyd. MUSICHE Irving Berlin, Loreena McKennit.
Fantastico, durata 93 minuti.