SPECIALE FILM DI NATALE, II PARTE
Andiam, andiam, andiamo a sbeffeggiar…
Beffardo. Questo è forse l’aggettivo che più si intona a Joe Dante, che riesce ad esserlo anche realizzando quello che, sulla carta, doveva essere un abbastanza classico film per famiglie di Natale: stiamo parlando di quel cult per ogni età che è Gremlins, prodotto da Steven Spielberg e sceneggiato da Chris Columbus, sulla base di un racconto di Roal Dahl e sulle leggende raccontate dai piloti della Raf della seconda guerra mondiale (per le quali i Gremlins sarebbero mostriciattoli dediti a far crollare aerei mordicchiando e strappando i componenti del motore, come del resto mirabilmente spiegato l’anno prima nell’episodio di Ai confini della realtà diretto da George Miller).
Dante, del resto, era il regista più adatto per trovare il giusto dosaggio tra commedia e horror, tra la bontà fiabesca di fondo e la cattiveria beffarda della rappresentazione e dei singoli momenti; in poche e schematiche parole, per fare un film perfettamente commerciale e per tutti e allo stesso tempo completamente personale e con più chiavi di lettura suggerite, con i vari toni perfettamente amalgamati. Era, del resto, il trend di quegli autori nati nella New Hollywood e che ne stavano portando, in quegli anni, gli spiriti di fondo in un tipo di cinema decisamente più commerciale, cercando l’alleanza perfetta tra mercato e autorialità. Di questo gruppo Dante, insieme a John Landis, era quello animato dallo spirito più ridanciano e anarchico (non a caso, infatti, lui e Landis saranno i due che, tramontata la stagione della “Post New Hollywood”, avranno maggiori difficoltà a lavorare e a trovare un loro pubblico) e più, appunto, beffardo, maturato anche dalla lunga frequentazione con gli amati cartoons e fumetti. Quest’ultimo aspetto è un altro motivo per cui il regista de L’ululato era l’uomo perfetto per raccontare di un tenero cucciolotto di Mogway che a contatto con l’acqua crea una figliolanza non altrettanto docile ed affettuosa, che mette a ferro e fuoco la cittadina, attuando una sorta di parodia di alcune delle caratteristiche più negative del genere umano, come il consumismo, l’egoismo e l’edonismo sfrenato. Gag e situazioni da “cartoon” e da fumetto reggono quindi i pungenti accenni di sbeffeggio sociale, così come equilibrano la retorica e il buonismo di fondo di quella che rimane comunque una fiaba natalizia, rendendoli digeribili. I personaggi dei cartoon sono del resto continuamente citati, e non a caso è Biancaneve e i sette nani a entusiasmare i mostriciattoli, “calmandoli” per un po’ e permettendo all’eroe di agire , in quella che è una delle più belle dichiarazioni d’amore verso la settima arte di sempre.
Gremlins [id., USA 1984] REGIA Joe Dante.
CAST Zach Galligan, Phoebe Cates, Hoyt Axton, Polly Holliday, Keye Luke.
SCENEGGIATURA Chris Columbus. FOTOGRAFIA John Hora. MUSICHE. Jerry Goldsmith, Noel Regney.
Commedia/Horror, durata 106 minuti.