I giochi della mente
Senza peccare di presunzione, si può tranquillamente affermare che Paco Roca sia uno dei maggiori e più talentuosi narratori degli ultimi anni. Rughe ne è l’ennesimo esempio: un viaggio trasognato ed elegantemente illustrato, che come sempre regala un momento di evasione al lettore anche se questa volta con un po’ di tristezza nel cuore.
Rughe affronta la tematica della vecchiaia e delle malattie a lei legate, Alzheimer su tutte, attraverso la storia di Emilio e il suo ingresso in una casa di riposo. Emilio, come tutti quelli che ne soffrono, non si rende conto di essere un malato di Alzheimer, e la sua rabbia iniziale si placherà quando legherà con Miguel, un arzillo vecchietto che gli farà scoprire e conoscere, come se fosse un’avventura, i pazienti e le dinamiche all’interno della struttura. Si parla di amicizia, tempo, malattia, solitudine, amore, ma soprattutto della vita. Rughe racchiude nelle sue pagine un forte e crudele racconto sulla nostra esistenza, che se maltrattata e vissuta superficialmente può essere letale. Un inno ad apprezzare tutte le piccole cose, a vivere in pieno i propri giorni cercando di essere in pace soprattutto con se stessi, l’esserlo con gli altri poi viene da sé. Attraverso le storie degli altri pazienti e di Emilio stesso, Roca ci accompagna in punta di piedi senza patetismi, regalandoci momenti di pura poesia, come per esempio “la donna al finestrino del treno”. Rughe è una graphic novel amara e durissima che difficilmente si dimentica. Cerca di farci vedere come in realtà la routine della vita in una casa di riposo sia resa dinamica dalla fantasia dei ricordi, magari addolciti e colorati dal nostro inconscio, e sottolinea cpome i personaggi di cui parla un domani saremo noi. Come già in Il gioco lugubre e in Le strade di sabbia, Roca gioca sugli spazi temporali facendo della sua opera una continua esplorazione della mente umana e dei suoi trucchi per eludere la realtà. I suoi disegni, studiati e dettagliatamente reali, sono sempre accompagnati da un testo mai banale e, a seconda dell’ambientazione, hanno un marcato stile: se, per esempio, in Il gioco lugubre i tratti a volte erano decisi e “appuntiti” soprattutto per Dalì e la sua casa, in Rughe dominano la “morbidezza” e i colori caldi. Non nascondo che la commozione durante la lettura prende il sopravvento – come si dice smuoverebbe anche le pietre – ma terminate le pagine il lettore non può far altro che correre, se non l’ha già fatto, a leggere le altre opere di Roca. Prossimamente su queste pagine parleremo della pellicola che è stata tratta da questa graphic novel, Arrugas, vincitrice già nel 2012 del Premio Goya per il miglior film d’animazione e per la miglior sceneggiatura.
Rughe [Arrugas, Spagna 2009] TESTO E DISEGNI Paco Roca.
PUBBLICATO DA Tunué collana Prospero’s books.
Graphic novel, colore, 112 pagine.