DVD – CANADA/GRAN BRETAGNA 2012
Una realtà non all’altezza del sogno
I figli della mezzanotte è un romanzo di Salman Rushdie del 1981, riconosciuto e pluripremiato best seller inserito tra i 100 libri del secolo di “Le Monde”, edito in Italia da Mondadori.
A distanza di circa trentanni, Deepa Mehta (Fire, Earth e Water) ne realizza un fedele adattamento, trasponendo sul grande schermo il contenuto polemico e critico verso la storia recente dell’India presente nel testo originale per cui lo scrittore, minacciato più volte, è stato costretto ad espatriare in Inghilterra. Il viaggio a ritroso alle radici delle contemporanee contraddizioni locali – già ampiamente scandagliate dai film precedenti di Mehta – segue le vicende di Saleem Sinai, uno dei mille “figli della mezzanotte” nati allo scoccare del 15 agosto 1947, giorno dell’indipendenza indiana dall’Impero britannico, fine di un’epoca e inizio di una nuova. Una data talmente importante da lasciare i segni sui numerosi neonati, ognuno caratterizzato da un potere soprannaturale, promesse doti di un roseo futuro che verranno però a cozzare con una realtà ben diversa dalle prospettive, come hanno dimostrato i conflitti etnici dei decenni successivi. Seguendo le disavventure del protagonista, la pellicola dovrebbe farsi affresco di una generazione e di un tempo frutti di un ideale di progresso sociale e civile troppo presto tradito. Ma sfortunatamente la regista, concentrandosi eccessivamente sull’avventura personale di Saleem, abbandona presto l’intento corale per fare del suo lavoro un melodramma da fiction televisiva, caratterizzata da un elegiaco realismo magico fine a se stesso e banali colpi di scena atti a tenere alta l’attenzione dello spettatore per supplire a incongruenze e vuoti narrativi. Associato erroneamente a Il tamburo di latta (metafora critica dell’immaturo atteggiamento d’irresponsabilità dell’uomo medio), I figli della mezzanotte (requiem per una speranza rivelatasi illusione e per chi fino all’ultimo vi ha creduto) è più facilmente accostabile a La meglio gioventù, di cui tornano i tratti di prolissa epopea familiare e la poco credibile accidentalità che coinvolge i personaggi in tutti i principali eventi storici del Paese. Tale forzatura appesantisce l’opera, facendone dimenticare presto i tratti più interessati – la ricostruzione storica, ambientale, le usanze tradizionali locali – che restano come didascalici abbellimenti sullo sfondo, un arricchimento visivo privo di una vera contestualizzazione, retorico quanto inutile.
I figli della mezzanotte [Midnight’s Children, Canada/Gran Bretagna 2012] REGIA Deepa Mehta.
CAST Satya Bhabha, Shahana Goswami, Rajat Kapoor, Shabana Azmi.
SCENEGGIATURA Deepa Mehta, Rutvik Oza, Salman Rushdie (dal suo omonimo romanzo). FOTOGRAFIA Giles Nuttgens. MUSICHE Nitin Sawhney. MONTAGGIO Colin Monie.
Drammatico, durata 140 minuti.