INEDITO – COREA DEL SUD 2012
Il crimine perfetto
Un ex marito violento aggredisce la ex moglie e la nipote della donna; nella colluttazione l’uomo viene ucciso. Il vicino di casa, un ex bambino prodigio della matematica, sente tutto attraverso le sottili mura che dividono gli appartamenti e decide di intervenire per aiutare zia e nipote a nascondere l’omicidio e depistare al polizia.
Si innesca così un gioco del gatto e del topo tra l’insegnante di matematica e il commissario di polizia, tutto fondato sulle regole dei teoremi aritmetici del numero perfetto. Il gioco prende una piega ancora più perversa quando il salvatore si lascia trasportare dall’attrazione che prova per il protagonista. Perfect Number denota fin da subito delle lacune di sceneggiatura che dilatano la tempistica narrativa in diverse occasioni, giungendo però a punti di svolta tali da far percorrere le due ore della durata senza problemi, fino alle rivelazioni finali. Da questo punto di vista (e non solo) il film è nettamente bipartito: finché la polizia brancola nel buio e Seok-go sembra avere la partita in pugno le inquadrature sono luminose, i colori pervadono gli arredamenti e la musica è vivace, al limite del pop; mentre la seconda parte scurisce in maniera ben evidente ed è accompagnata da sonorità più cupe e tristi. Ad essere particolare è anche l’uso che la storia fa degli spazi domestici. Come spesso succede nel cinema coreano, la propria casa diventa sinonimo di prigionia, sia per i pericoli che provengono dall’esterno che per le problematiche interiori dei personaggi. In questo caso invece sono il luogo in cui rinchiudersi e meditare per risolvere i problemi, ma anche quelli in cui succedono le azioni che snodano la vicenda. L’architettura generale del film si potrebbe considerare anch’essa bipartita, nel senso che i buchi narrativi riguardano il trascorso dei personaggi che la sceneggiatura dà per acquisiti, quando tutta l’orchestrazione dell’omicidio, l’occultamento del cadavere e le motivazioni sono spiegati in maniera impeccabile. Unica nota veramente stonata, oltre all’elogio alla matematica che arriva senza soluzione di continuità, è il definirsi dei personaggi, più simili a macchiette che a personalità reali: mi riferisco ai poliziotti in primo luogo, ma anche gli altri diventano più credibili solo con l’avvicinarsi del termine della pellicola.
Perfect Number [Yonguija, Corea del Sud 2012] REGIA Bang Eun-jin.
CAST Ryoo Seung-bum, Lee Yo-won, Jo Jin-woong.
SCENEGGIATURA Lee Gong-joo, Lee Jung-hwa, Kim Tae-yoon. FOTOGRAFIA Choi Chan-min. MUSICHE Shin Yi-kyung.
Thriller, 118 minuti.