SPECIALE CINEMA FANTASY
Un cult tra cinema e società
Prima o poi tutti, nel corso della nostra infanzia, abbiamo dovuto affrontare profondi traumi, e gran parte di essi li dobbiamo alla penna di Michael Ende, il quale, tra la morte del fidato cavallo e la deformazione di leggere Fantàsia anziché Fantasìa, non ci ha risparmiato nessuna difficoltà.
A Wolfgang Peteresen toccò l’arduo compito di trasporre una delle storie più belle di sempre sul grande schermo. Le avventure di Atreiu, Bastian e Falcor attraverso l’universo di Fantàsia per cercare di salvare l’Imperatrice bisognosa di un nuovo nome sono fedelmente presentate davanti ai nostri occhi. Se da una parte il film toglie il divertimento di inventare ambienti e personaggi ognuno a modo suo, dall’altra gli va riconosciuta un’impareggiabile maestria di costruzione filmica, pur in qualche modo tarpando le ali all’immaginazione tanto declamata e indispensabile per la storia narrata. L’eredità della società tedesca ed europea degli anni Settanta è ancora ben presente nella realizzazione di questo film: nella continua alternanza (e corrispondenza) tra immaginazione e realtà le inquadrature insistono su primi piani dal basso di bambini e personaggi bizzarri ponendo la società in un equilibrio psichedelico e precario, in cui ognuno lotta contro le proprie incertezze per i propri sogni. Il montaggio veloce, figlio della scuola televisiva (ma anche di certe correnti del Nuovo Cinema Tedesco particolarmente coinvolte nella produzione di film industriali e urbanistici), rende visibile l’eterno conseguirsi delle azioni e del tempo. Inoltre, non dimentichiamoci dell’italica firma musicale di Giorgio Moroder, che tra suoni elettronici e spirito visionario accompagna Atreiu nel suo viaggio e nella psicanalisi di se stesso. Il mondo di Fantàsia (e non solo) viene salvato da Bastian, vale a dire da tutti noi, portando avanti quella lotta tra bene e male raccontata da molti scrittori e registi, ma qui approcciata in maniera semplice e affascinante, ben lontana dalla pomposità ostentata di Tolkien. Nella remota possibilità che esista qualcuno sopra i quindici anni che non abbia mai letto e visto La storia infinita, la raccomandazione è di non indugiare oltre a colmare le lacune.
La storia infinita [Die unendliche Geschichte, Germania 1984] REGIA Wolfgang Petersen.
CAST Noah Hathaway, Barnet Oliver, Tami Stronach, Alan Oppenheimer.
SCENEGGIATURA Wolfgang Petersen, Herman Weigel. FOTOGRAFIA Jost Vacano. MUSICHE Giorgio Moroder.
Fantasy, durata 90 minuti.