SPECIALE WOODY ALLEN, II PARTE
L’amore ci salverà?
Sarebbe sbagliato considerare l’agrodolce Hannah e le sue sorelle un film minore nella sterminata carriera di Woody Allen. Ma va detto che, in confronto ad altri titoli più esplicitamente umoristici, sicuramente ha un fascino più discreto e sottile.
Non è un dramma e nemmeno una farsa, è privo di elementi surreali, ricco di sentimento. Ha un titolo fuorviante, perché non si può dire che il personaggio di Hannah sia più importante degli altri. Il suo tratto di personalità caratteristico, l’ostentazione di indipendenza e autosufficienza affettiva, non è approfondito più di tanto. Non è la sola, Hannah, ad avere il privilegio di esternare allo spettatore in voce fuori campo i propri pensieri. Sin dall’incipit di presentazione dei personaggi, l’istanza narrante onnipotente e onnisciente, che gestisce con disinvoltura flashback ed ellissi e, con il suo distacco divino, suddivide il film in capitoli indicati da didascalie, sovrappone alle immagini le voci delle altre due sorelle, Lee e Holly, e dei due mariti di Hannah, l’ipocondriaco Mickey e il confuso Elliot. Nella coralità della struttura, la focalizzazione cambia di continuo, eppure tutto si tiene. Allen è un regista che lascia spazio all’iniziativa degli attori, sempre perfetti, ma a livello di inquadrature, movimenti di macchina, montaggio esercita un controllo che è impressionante, nei suoi risultati di grande equilibrio. Anche l’estraniato Mickey, a cui sono affidati i momenti più comici, nella seconda parte si integra completamente nel tessuto delle relazioni, non sembra più un corpo alieno, come pareva inizialmente. Nella circolarità delle stagioni, diversamente da ciò che succede nel ben più pessimista e impegnato Another Year di Mike Leigh, tutti i problemi si risolvono. Il gioco delle coppie raggiunge un’armonia romantica pari a quella conferita alla rete dei segmenti narrativi dalla colonna sonora, che ripete le note di Bewitched e di Bach per cucire insieme sequenze che altrimenti sembrerebbero disgiunte. Ci sono coerenza e coesione anche stilisticamente, nel non abusare del primo piano, nell’utilizzare la profondità di campo con eleganza, nell’imprigionare in inquadrature fisse i personaggi monologanti. C’è ricchezza metalinguistica nel far leggere a Hannah Summer Situations, nelle frasi che Mickey pronuncia nel finale, nell’omaggio ai fratelli Marx. C’è, infine, il lapsus di Lee, che confonde, a parole e non solo, Frederick ed Elliot: sottigliezze che da anni Allen non ci regala più.
Hannah e le sue sorelle [Hannah and Her Sisters, USA 1986] REGIA Woody Allen.
CAST Mia Farrow, Woody Allen, Michael Caine, Barbara Hershey, Dianne Wiest, Max von Sydow.
SCENEGGIATURA Woody Allen. FOTOGRAFIA Carlo Di Palma.
Commedia, durata 103 minuti.