SPECIALE WOODY ALLEN
Delitto e fortuna
“Nella vita meglio avere fortuna che talento”. Decisamente. Apologo ribaltato, cinico e amaro insieme, sui rapporti di classe, sull’amore, sulla mancanza di morale, sul delitto senza castigo: con Match Point ecco il miglior Woody Allen del nuovo millennio.
In trasferta a Londra l’autore newyorkese abbandona il canovaccio da commedia, rinuncia alla sua presenza come attore e con un colpo d’ala inaspettato torna al dramma, ponendo come esplicito riferimento Dostoevskij. L’amore di Allen per i grandi autori della letteratura russa dell’Ottocento non è certo una novità, basti pensare al comico e affettuoso omaggio di Amore e guerra, così come in Crimini e misfatti e Ombre e nebbia possiamo ritrovare il suo interesse nel raccontare l’amoralità e l’abiezione dell’uomo, scandagliando temi da “delitto e castigo”. Mai però il suo sguardo era stato così radicale e pessimista, financo privo della solita caustica ironia: la deriva morale ed esistenziale del personaggio di Chris non lascia speranze. La sua fortunosa impunità, dopo il delitto commesso, è desolante conferma di una mancanza di giustizia, umana e divina, che si fa simbolicamente portatrice anche di un significato più grande: l’assenza di un senso nella vita umana. Difficile trovare una più esplicita rappresentazione dell’homo homini lupus. Personaggio di un cinismo assoluto, Chris appare tanto più odioso in quanto tremendamente realistico: la sua scalata al successo e all’agiatezza economica grazie alla relazione con una ragazza di ricca famiglia, il suo sfogare le frustrazioni di un matrimonio per interesse in una relazione carnale, il suo profondo egoismo, sono azioni e caratteristiche non inconsuete. Nella tragedia del terzo millennio non vi è più spazio per sentimenti straordinari, conflitti profondi, alti ideali, nel bene come nel male. Ci resta solo un beffardo fermo immagine, una pallina sospesa nell’aria, tra vittoria e sconfitta, in balìa dell’arbitrio del caso. Chris non è un mefistofelico antieroe, ma un giovane uomo individualista e superficiale, al quale il delitto appare come unica possibile via d’uscita, codarda e paradossalmente lecita, per salvaguardare il proprio benessere, per continuare la sua vita, facile e agiata. Con uno stile perfetto Woody Allen ci dona, con lucido e lancinante pessimismo, la sua riflessione esistenziale, sociale e politica sui giorni nostri. “In una vita che esiste solo per puro caso, nessun disegno, nessuno scopo”; “Non importa che questo bambino sia eccezionale, spero solo che sia fortunato”.
Match Point [id., Gran Bretagna/USA 2005] REGIA Woody Allen.
CAST Jonathan Rhys-Meyers, Scarlett Johansson, Matthew Goode, Emily Mortimer.
SCENEGGIATURA Woody Allen. FOTOGRAFIA Remi Adefarasin. MUSICHE Brani tratti da opere di Verdi, Doninzetti, Rossini, Bizet.
Drammatico/Thriller, durata 124 minuti.