31° Torino Film Festival, 22-30 novembre 2013, Torino
La lentezza è il segreto della felicità
La vicenda produttiva di Yuri Esposito merita di essere raccontata – o perlomeno accennata – fin dalle sue fasi iniziali. Ovvero fin da quando il regista Alessio Fava ad ottobre 2012 partecipa al bando internazionale della Biennale College, che prevede la realizzazione di un film con un limite di budget fissato a 150 mila euro per tre opere. Il progetto di Fava supera la selezione iniziale, segue una messa a punto ad hoc e viene infine finanziato.
Yuri Esposito viene girato in diciotto giorni, consegnato ad agosto e inserito nel programma di Venezia 70. Il resto lo fa un inaspettato passaparola: inizialmente poco calcolato da pubblico e critica, il film si fa strada fino ad essere definito da qualcuno (Giulio Sangiorgio, Film Tv) come “il miglior italiano” visto alla Mostra 2013. E fa il giro dei festival. Ma di cosa parla Yuri Esposito? Parla di un uomo di 40 anni, con una moglie che ama, un lavoro da restauratore e una passione per l’apnea statica. Tutto nella norma, non fosse che Yuri, a causa di una rara malattia, è costretto a muoversi molto più lentamente di chi gli sta attorno. Precisamente ad un quinto della velocità normale. Una disgrazia forse, ma ciò che noi vediamo è una convivenza armonica e pacifica coi propri limiti. Il suo mondo crolla con la scoperta della gravidanza della moglie: come potrà essere un buon padre, in quelle condizioni? Bisogna “correre”, cambiare tutto, e intraprendere quella pericolosa cura sperimentale che gli permetterebbe di vivere come tutti gli altri. Con tocco intimista e gentile il regista Fava dopo aver dipinto un mondo “giusto” ed elegante muta estetica di pari passo con lo stato d’animo di Yuri: il punto di vista si fa più sporco e irregolare, le riprese da statiche diventano mosse e meno dettagliate. E il nostro personaggio principale si incarta, prova una nuova inadeguatezza e resta solo, scambiando la modifica di un connotato fisico per un reale miglioramento personale. Yuri ora non è più se stesso, non si accetta e soprattutto capisce che la felicità non è solo una questione di velocità. La chiave di volta è accettare pacificamente le proprie mancanze, restando all’interno dei confini voluti dal destino e dal tempo. Che è un po’ la conclusione cui dobbiamo giungere anche noi spettatori, perché Yuri Esposito di certo non è un film perfetto. È una favola stramba e fuori dall’ordinario, che non mantiene tutte le promesse iniziali e corre l’indomito rischio del comico involontario. Ma è una scommessa vinta a dispetto di ogni più rosea aspettativa, una piccola opera d’Arte “magica” che piega le imperfezioni rendendole parte integrante del prodotto finale. Senza le sue stranezze Yuri Esposito – il film – non sarebbe lo stesso. Esattamente come il suo protagonista.
Yuri Esposito [Italia 2013] REGIA Alessio Fava.
CAST Matteo Lanfranchi, Beatrice Cevolani, Claudio Morganti, Massimiliano Speziani.
SCENEGGIATURA Leonardo Staglianò. FOTOGRAFIA Alessandro Dominici. MUSICHE Alessandro Cortini, Matteo Milani, Morning Telefilm.
Drammatico, durata 77 minuti.