Il bello nel brutto
Deadly Premonition è un’eccezionalità all’interno del mondo videoludico che va oltre le qualità intrinseche del titolo. La ricezione infatti ha notevolmente diviso sia la critica specializzata che gli appassionati più accaniti. Generalmente queste due categorie negli ultimi anni spesso si sono ritrovate in disaccordo per quanto riguarda i titoli di maggior successo con uscite a cadenza annuale, ma è difficile ricordarsi un game in grado di dividere trasversalmente l’interno delle due categorie.
Deadly Premonition infatti nella sua forma appare un titolo dalla fattura fortemente deficitaria, con un comparto grafico che definire sorpassato è poco, un gameplay rigido che ricalca la forma di shooting statica di Resident Evil 4 ma con un bilanciamento nel puntare approssimativo, con movimenti del protagonista e di guida legnosi oltre che imprecisi nonché una varietà risibile dell’ambientazione. Una realizzazione che mostra chiaramente la sua natura di prodotto low budget ma che in più è realizzata male. Allora perché il videogioco ha trovato accaniti sostenitori tanto da portare la casa di produzione alla realizzazione di diverse versioni uscite progressivamente in quasi tutte le piattaforme? Buona parte del consenso deriva dal narrato, una spudorata copia di Twin Peaks sia per l’ambientazione che per i personaggi e che mantiene grossomodo i vari livelli di stranezza già individuati da Chion per il serial, però virati in forma orientale, stereotipata e trash. Insieme a questo elemento, che ha donato la fortuna al titolo, va sottolineato come il gioco sia stato visto da alcuni come apertamente decostruttivista nel suo genere: il piacere del giocare, elemento da sempre essenziale nel giudizio della critica videoludica e degli hardcore gamers tanto da farli rinchiudere all’interno di un pragmatismo di giudizio tanto tecnico quanto banale, diviene secondario per dare invece peso alle stramberie narrative del titolo. L’impressione di una consapevolezza della propria bruttezza viene dalle pessime scelte estetiche dei menu e dell’audio, ma soprattutto dall’atipica natura di meta-videogioco che interpella il giocatore direttamente mettendo in risalto le goffe meccaniche di gioco. Per questo ad interessare non è tanto il game in sé ma ciò che rappresenta: Deadly Premonition è la prova di come la rigidità di giudizio della critica videoludica venga progressivamente a decadere a favore di un’interpretazione più libera del prodotto, simile ad altri campi creativi meggiormente emancipati; all’utente che poi voglia provare veramente il “gusto” di giocarci, basta sia chiaro a cosa stia andando incontro.
Deadly Premonition [Giappone 2010] SVILUPPATORE Access Games, Rising Star Games, Toybox.
DISTRIBUTORE Rising Star Games. PIATTAFORME Playstation 3, X-Box 360, PC.
Survival Horror, Free Roaming.