31° Torino Film Festival, 22-30 novembre 2013, Torino
Meglio mangiare biscotti
Tra le opere più interessanti e curiose viste nelle sezioni collaterali del Torino Film Festival, c’è LFO, dello svedese Antonio Tublén, presentata nella sezione “After Hours”. Girato interamente nelle poche stanze dell’abitazione del protagonista, il film è un’acida e spiazzante commedia grottesca, con accenni al thriller e velatamente ma dichiaratamente apocalittica.
È però soprattutto la rappresentazione di un’ossessione, di un uomo malato e depresso, sempre più addentrato nei meandri della sua follia, le cui cause ed effetti vengono scoperte dallo spettatore gradualmente. Robert, cercando una maniera per combattere l’insonnia cronica, scopre una frequenza radio che permette di controllare le persone e piegarle ai propri voleri. La utilizza dapprima per mettersi a dieta e mangiare meno biscotti, poi per portarsi a letto la vicina e soggiogare lei e il marito alla sua volontà e ai suoi capricci, per infine cadere in una spirale di pazzia e folle onnipotenza, che trasporta le conseguenze della scoperta ben oltre le quattro mura di casa. LFO è un’opera di pregnante inquietudine, in cui si ride molto ma sempre più a denti stretti e con maggior disagio man mano che la narrazione avanza. Il regista, anche sceneggiatore, si dimostra però sapiente nel sapere ben dosare i momenti più chiaramente comici, presenti fino alla fine, ma centellinati saggiamente nell’ultima parte, in modo da accompagnare la definitiva deriva del protagonista senza sovrapporsi. Parlando di frequenze radio, naturalmente assume importanza fondamentale l’aspetto sonoro, una sorta di co-protagonista del film nella sua commistione tra suoni diegetici ed extra-diegetici, e che agisce anche come “fuoricampo”: è, per esempio, ascoltando la radio che scopriamo importanti ulteriori elementi del privato del protagonista. Il dominio della musica elettronica e dei suoni del sintetizzatore sottolinea efficacemente la follia e accentua l’inquietudine, oltre a fungere da accompagnamento in molti momenti comici. La tipologia della colonna sonora rimanda alle sonorità del musicista e regista Quentin Dupieux (Flubber, Nonfilm, Wrong Cops), la cui comicità cattiva e spiazzante è uno dei modelli di riferimento del film, omaggiato dalla ricorrente presenza di “Flat Eric”, il pupazzo diventato celebre proprio come protagonista dei video musicali di Dupieux.
LFO [id., Svezia/Danimarca 2013] REGIA Antonio Tublén.
CAST Patrik Karlson, Izabella Jo Tschig, Ahnna Rasch, Per Lofberg.
SCENEGGIATURA Antonio Tublén. FOTOGRAFIA Alexander Brondsted, Linus Eklund. MUSICHE Samir Dounas.
Commedia grottesca, durata 98 minuti.