Antieroi in cerca d’oro
Scritto e diretto da Michael Cimino nel 1974, Una calibro 20 per lo specialista è il lungometraggio d’esordio del futuro regista de Il cacciatore, e porta già con sé alcuni dei temi cardine della sua poetica.
Storia di rapine destinate a fallire e profonda meditazione sull’amicizia virile, il film colpisce ancora oggi per la sapiente sintesi di generi (film criminale e road movie anzitutto) e la caratterizzazione, non priva di spunti melodrammatici, dei suoi due personaggi principali, a cui fa riferimento il titolo originale del film. Da una parte il già celebre Clint Eastwood, entusiasta della sceneggiatura e in un primo momento interessato a curarne la regia in prima persona – è a lui che Cimino deve di fatto il suo inizio di carriera; dall’altra, la folgorante apparizione di un giovanissimo Jeff Bridges, che con la sua interpretazione guadagnò anche una prima candidatura all’Oscar. L’incontro tra l’Artigliere, rapinatore celebre ed esperto celato sotto le mentite spoglie di un predicatore, e Caribù, giovane sbruffoncello che vive di espedienti e piccole truffe, si rivela l’occasione per il legame tra un padre mancato e un figlio smarrito, che la prospettiva di un’ingente rapina – una sorta di nuova corsa all’oro – è destinata tragicamente a spezzare, in un’atmosfera di antieroica tenerezza. Non esistono eroi, per l’appunto, in questa storia: esistono vinti e sopravvissuti, come in una piccola guerra, come nella guerra di Corea che alcuni di loro hanno combattuto e la cui reminiscenza getta un’ombra sottile sull’intera vicenda, consentendoci di guardare al film con una prospettiva arricchita. La vanità della rapina asseconda alleanze proibite, fra dichiarati antagonisti, tutti potenzialmente brutali, ma incapaci di uno spessore tragico, e di fatto psicologicamente trattati con una vena di sarcasmo: sarà il Rosso, compagno forzato di crimine, a colpire mortalmente alla testa Caribù quando la rapina prende una piega sbagliata. All’Artigliere non resterà che proseguire il proprio viaggio da solo, consapevole che anche quella è una situazione soltanto temporanea, che il Caso potrà ribaltare all’improvviso. Il Caso: l’immagine di un vecchio bottino nascosto in una scuola che per tutto il film pare essere scomparsa, e alla fine si riscopre trapiantata in un inimmaginabile altrove, segna l’assoluto dominio della sorte in questa pellicola dove – anche grazie a un uso molto acuto dei paesaggi del Montana – Cimino dichiara con tono elegiaco la crisi di qualsivoglia determinismo individuale, per la prima volta e già in via definitiva.
Una calibro 20 per lo specialista [Thunderbolt and Lightfoot, USA 1974] REGIA Michael Cimino.
CAST Clint Eastwood, Jeff Bridges, George Kennedy, Geoffrey Lewis, Catherine Bach.
SCENEGGIATURA Michael Cimino. FOTOGRAFIA Frank Stanley. MUSICHE Dee Barton.
Drammatico, durata 114 minuti.